mercoledì 20 maggio 2015

Recensione film: Il racconto dei racconti

La questione "fantasy made in Italy" mi coinvolge in prima persona.
Al di là del fatto che guardo fantasy da quand'ero bambino e che è fra i miei generi preferiti, come molti di voi sapranno, è da tempo che stiamo portando avanti un progetto per girarne uno in Italia, fra l'altro con tutto il necessario già pronto (piano di lavoro, cast, distribuzione, ecc...) in pratica manca solo una parte di budget. Se vi interessa potete guardare il sito ufficiale del progetto www.ilciondolodellaluce.it.
L'uscita di un altro fantasy prima del nostro, non può che rallegrare me e il resto dello staff, perchè farebbe da apripista, e sarebbe più facile per noi trovare delle co-produzioni.
Io non so l'esito che sta avendo al botteghino, in generale il pubblico non lo vedo molto soddisfatto. Sembra piaccia di più a chi apprezza il cinema italiano, e non i fantasy, e questo di base, è già un male.

Fatta questa premessa, andiamo ad analizzare il film.
Attenzione perchè contiene alcuni spoiler!
Iniziamo col dire che dal trailer il film sembrava abbastanza lento, ma anche carico di atmosfera e magia. Ogni volta che vedo il marchio "Festival di Cannes" in un film, so che è sinonimo di noia e garanzia di lentezza. Ogni volta mi auguro che non sia così, e ogni volta invece, puntualmente, la cosa si conferma.
I titoli di testa all'inizio del film, così come le prime inquadrature, fanno pensare più ad un prodotto televisivo, piuttosto che ad un film per il cinema, e salvo eccezioni, è tutto molto stile film-tv/fiction, sia nella regia che nella fotografia.
La prima scena, quella del mostro marino, nelle fasi subacquee è fantastica: dalla soggettiva all'interno del casco, alla realizzazione del mostro, all'atmosfera e alla magia che crea. Per ora il film è al di sopra delle aspettative. Ma appena la sequenza termina, e si torna in superficie, il mostro morto è abbastanza finto (cosa bizzarra perchè di solito è più facile creare un prop statico, rispetto ad un movimento) e in generale si vede che manca un'estetica a livello di regia. Troviamo inquadrature abbastanza nulle e impersonali. Un po' come se il regista avesse piazzato gli operatori dicendo "ok riprendete quello che succede e facciamo qualche taglio", sembra che ci sia l'assenza di uno storyboard. Tagli casuali, e tanta steadycam che segue i personaggi senza una precisa ragione, come fossimo a guardare un programma televisivo e non un film. Ed è strano da parte di Garrone, che con "Gomorra" e "Reality" aveva fatto una regia molto personale e con uno stile marcato, che può piacere o meno, ma qui lo stile, non si sa cosa sia.
La fotografia in questo ci rimette molto, nonostante a curarla sia stato Peter Suschitzky, niente meno che il direttore di fotografia di uno dei capolavori della storia del cinema qual'è "L'Impero colpisce ancora", e di altri film cult "Rocky horror picture show", "Krull", ma anche film recenti come "A history of violence" e "A dangerous Method", quindi questo elenco per dire che da un mago della fotografia come lui, sicuramente ci si aspettava di più. E seppur il film ha tutta una serie di colori brillanti, come siamo abituati a vedere nei suoi film, nel complesso non ci sono atmosfera, magia, coinvolgimento... Non c'è niente di tutto ciò. Lo spettatore si sente sempre al di fuori della vicenda.
Il film non decolla mai, non ha nè capo nè coda. E purtroppo questo lo si deve alla regia, come dicevo prima. Parlo di regia tecnica, perchè a livello di recitazione gli attori, oltre ad essere quasi tutti eccellenti interpreti, sono stati scelti e diretti accuratamente, e hanno facce particolari, su tutti i due gemelli (Christian e Johnas Lees, attori praticamente esordienti), e il negromante (un eccezionale Franco Pistoni) e le due vecchiette (Hayley Carmichael e Shirley Henderson). E chiaramente Cassel, Toby Jones e la Hayek non deludono le aspettative, idem il doppiaggio (curiosa, ma funzionante, la scelta di far doppiare Cassel a Favino).
Anche il trucco e i costumi sono curati e realizzati benissimo. Le musiche sono bellissime e coinvolgenti, composte da Alexandre Desplat, che ha una filmografia incredibile, di cui vi cito solo Casanova con Heath Ledger. Sulle location è molto interessante che sia stato girato tutto in Italia, e nonostante alcune siano molto anonime, altre sono ricercate e davvero interessanti.
Gli effetti speciali (sia creati realmente, che al computer), sono veramente di ottima fattura, su tutti il mostro marino, la parte meglio riuscita del film, e la pulce, che risulta molto carina e fa affezionare lo spettatore.
E allora qual'è il problema di questo film? Sono diversi, come abbiamo detto prima, uno è la regia tecnica, quasi assente e che non coinvolge lo spettatore (ci sono alcune inquadrature di paesaggi o di situazioni studiate molto bene, ma sono poche e si vede che hanno uno stile diverso dal film, e sono evidentemente completa opera del direttore di fotografia).
Altro problema è il montaggio: lento, non taglia dove serve, lascia tante sequenze inutili che rallentano il film e non gli aggiungono nulla. Il ritmo non sanno nemmeno dove sia di casa.
La sceneggiatura è stata sviluppata decisamente male. Come alcuni sapranno, la pellicola è l'adattamento cinematografico della raccolta di fiabe "Lo cunto de li cunti" di Giambattista Basile, una raccolta che risale al 1600 e che ha come scopo principale quello di criticare la società nell'egoismo, nell'avidità e nella mancanza di scrupoli che dimostra per raggiungere i propri scopi. C'era bisogno di adattarla ai tempi, senza stravolgerla sia chiaro, ma un adattamento era doveroso. E invece l'unica cosa che il regista aggiunge, sono tutta una serie di scene e situazioni da b-movie porno-splatter, gratuite, completamente inutili ai fini della trama oltre che evidentemente ricamate sopra il romanzo, squallide e di cattivo gusto. E oltretutto girate male. E il film, seppur con un finale carino dove viene onorata la memoria degli artisti morti per salvare la principessa, risulta incompleto e nell'insieme insipido.
Questo cattivo gusto presente in diverse situazioni (e non parlo della storia, ma della regia, perchè ogni situazione si può descrivere in tanti modi mandando lo stesso messaggio, e qui c'è proprio del cattivo gusto, in altro modo non so definirlo) è ciò che maggiormente danneggia il film, e che gli distrugge completamente l'atmosfera.
Di qui mi verrebbe da dare un 4 a questo film, perchè con 14 milioni di $ di budget, tantissimi indipendenti, sia italiani che stranieri, tirerebbero fuori sicuramente un lavoro decisamente superiore.
Tuttavia per il coraggio di tentare questo genere, per gli attori e per alcune sequenze riuscite, alzo il voto. Ma nel complesso questo film non è niente di più che un mediocre film per la tv.

Voto: 5

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