martedì 15 novembre 2016

Recensione film: Mine

Ciao amici,
è un po' che non posto nel blog, ma di recente ho visto un film che ho talmente gradito, da volerne subito scrivere una recensione.
Il film in questione è "Mine", diretto da Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, un duo di registi milanesi, e già dal trailer, vi starete domandando, come sia possibile che due registi italiani abbiano diretto un film con un taglio così hollywoodiano.

Perchè sin dalla prima inquadratura, si capisce che questo film è speciale. Sembrerà poco, ma quando il titolo di un film non compare al centro, ma viene piazzato "alla Kurosawa" (cioè collocato come se facesse parte dell'inquadratura stessa), per me ha già guadagnato tanti punti, e chi ben comincia è a metà dell'opera.

Non farò spoiler come in altre recensioni, ma darò una descrizione generica, con alcuni riferimenti. Andando a vedere il film senza leggere la recensione lo vedrete con la più totale sorpresa, come è stato per me, mentre leggendola su alcune cose avrete dei piccoli anticipi - ma non degli spoiler - quindi a scelta vostra.

Il film si apre con una sequenza tipica di un war movie, un'azione di guerra, che avendo un esito negativo, porterà i protagonisti all'interno di un campo minato (da qui il titolo Mine, mina in dall'inglese) dove entreremo nella mente e nel passato del protagonista, in una grande metafora della vita.

Ho già detto fin troppo sulla storia, quindi passiamo ad un analisi tecnica. Mine è un film geniale. Mine è un film splendido, ma soprattutto, Mine è un film italiano.
Basterebbero queste tre affermazioni a farvi capire com'è il film, e quanto io l'abbia apprezzato, ma voglio andare nello specifico.
La regia del film ha sin dalle prime inquadrature un respiro internazionale, anzi, un respiro proprio hollywoodiano. Mi piace molto il taglio, il mood, che riprende molto quello stile anni '90 che tanto apprezzo, sia nei tempi, sia nella caratterizzazione e nella presentazione dei personaggi, alternato sapientemente a inquadrature e tagli più moderni. Da magnifici totali ricercati e artistici che ci portano nella desolazione del deserto, a primissimi piani dove è l'espressione del protagonista a dominare la scena e a portarci nella sua mente, fino ad alcune soggettive e rallenty d'impatto.
La sceneggiatura, l'idea, è appunto qualcosa di geniale: si può riassumere il film dicendo "è la storia di un soldato che rimane bloccato col piede su una mina", ma in realtà il film è la storia della vita di quest'uomo.
Un uomo che è rimasto fermo, che spesso è stato costretto in quella posizione dagli eventi, e che ora si ritrova di nuovo bloccato; che può essere salvato solo dal proprio coraggio e dalla propria determinazione.
C'è anche un confronto fra due mondi: quello di Mike, il soldato, e quello del berbero, un simpatico e saggio uomo del deserto, che gli salverà la vita, e che mi ha richiamato alla mente Yoda, di Guerre Stellari.
La collocazione, come dicono anche gli autori, è a metà strada fra il film d'autore e il film blockbuster, e questo è quello che a mio avviso dovrebbe essere un film. Un messaggio profondo, ma che riesce ad arrivare a tutti. E devo dire che mi piacerebbe vedere un fumetto tratto da Mine, perchè la storia, i dialoghi il taglio narrativo, si prestano molto secondo me ad un adattamento cartaceo, magari uno spin off sulla storia degli altri personaggi o delle missioni passate dei protagonisti, come ho letto per esempio nei vari fumetti di Pacific Rim.
Andando avanti, le musiche sottolineano molto bene i vari momenti, e anche qui strizzano molto l'occhio a quello stile e quel mood delle colonne sonore 90's che tanto mi piace.
Fotografia poetica, montaggio eccelso, di un altro italiano, il cesenate Matteo Santi ed effetti speciali di qualità molto elevata, in particolare la tempesta di sabbia, mi ha richiamato alla mente quella di un film che mi piacque molto, "Hidalgo Deserto di fuoco" o anche la comparsa dei muri della casa nel deserto durante i miraggi di Mike. Mi piace molto anche la color correction, che ho apprezzato perchè crea molto l'effetto quell'effetto e quel colore più tipico della pellicola che del digitale.
Il cast è eccellente, il protagonista Armie Hammer tiene in piedi da solo il film, e tutti gli altri gli fanno da contorno in modo egregio, non ve li sto a citare per non fare spoiler sulla storia, in quanto i personaggi sono pochi, e ogni personaggio ha un ruolo chiave.
Critiche? Sinceramente no, forse in un punto della prima metà il film ha un po' rallentato, ma il motivo era consono alla narrazione, serviva a trasmettere allo spettatore la snervante attesa (che possiamo osservare sull'orologio del protagonista) di Mike per i soccorsi, ma si capisce meglio tutto con il procedere del film.
Niente succede per caso in Mine.

Per restare in tema col film, "fate questo passo", e andate al cinema a vederlo, per premiare il passo che hanno fatto questi due ragazzi, che non sono due nomi, e hanno dovuto faticare per poter trovare il budget, la distribuzione, per girare il film e soprattutto per post-produrlo, sfornando alla fine, questo piccolo capolavoro. Che vi emozionerà durante la visione e vi lascerà qualcosa dentro.

Voto: 9