sabato 27 gennaio 2024

See you on Venus - ci vediamo su venere un film tanto semplice quanto bello

Di recente non sto scrivendo molte recensioni. Il mio lavoro di regista e videomaker mi porta via molto tempo, quindi sia dove faccio parte della redazione su portali come Sci-Fi pop culture, sia qui sul mio blog per diletto, non sono più attivo come una volta dove avevo anche una media di 10mila lettori. Non solo il lavoro, ma anche la mancanza di passione per il cinema ormai troppo spesso inflazionato da produzioni mediocri, che non ti lasciano nulla e che spesso sono esaltare dalla critica solo perché operazioni di marketing (tipo il recente Barbie, banale filmetto commerciale persino candidato agli oscar).

Ma ieri ho visto su Netflix un film che mi ha colpito e mi ha preso tenendomi incollato fino alla fine tanto é stato genuino nel raccontare una storia semplice ma profonda. See you on Venus é un film che si comprende facilmente sia stato tratto da un romanzo, per i suoi ritmi, i dialoghi ben scritti e ponderati e il tipo di narrazione.

La regia così come la fotografia non sono del genere che preferisco, presentando immagini molto pulite e patinate della Spagna, molto televisive e poco cinematografiche, quasi più da documentario che da film, ma in un certo senso tutto ciò rende bene i colori e l'atmosfera che si respira in quella splendida zona. E crea un mood particolare che accompagna per tutto il viaggio differenziando l'atmosfera americana da quella spagnola. E in ogni caso é funzionale alla storia, una sceneggiatura semplice ma scritta molto bene, una storia portata avanti da due attori bravissimi, e molto più carismatici di tanti più famosi che vediamo in alto.. Sono Virginia Gardner e Alex Aiono che interpretano due ragazzi con dei problemi alle spalle, le cui vite si intrecciano quasi per caso, per risolverli insieme, con un finale geniale che porta un susseguirsi di colpi di scena che vi lasceranno attaccati allo schermo con un ansia quasi da thriller per quanto vi sarete affezionati a loro e alla loro vicenda, alle loro ricerche, sia concrete che su loro stessi. Lui ha avuto un incidente in auto in cui é morto un suo amico, lei ha una grave malattia cardiaca e vive in affidamento, sua madre é in Spagna, non l'ha mai conosciuta. Finiranno insieme a fare un viaggio per ritrovarla. Non ha senso che faccia degli spoiler o vi dica altro, é un film da vedere, che può arricchire chiunque nella sua semplicità: non ci sono situazioni assurde, artificiose, forzate tipiche dei film, ma una storia semplice e genuina con due ragazzi normali, le loro insicurezze, paure, le loro emozioni ma entrambi intraprendenti, con un grande cuore e tanto coraggio. Non ci sono cliche, anche i genitori di lui sono due persone normali che affrontano senza eccessi narrativi la sua situazione. La trama non é mai stucchevole, melodrammatica o eccessiva ma sempre vissuta a misura d'uomo, ed emoziona proprio perché così semplice ma realistica nella narrazione. A tratti quasi documentaristica come dicevo, ma é questo il suo forte, trasmettere tanto con una storia che non va mai oltre la realtà che soprattutto non si compiace mai, che non si crogiola nel dramma, ma che viene vissuta chilometro per chilometro, fino al geniale finale, che cambia il ritmo del racconto diventando anche a livello di montaggio molto più cinematografico e di tensione.



Voto 9

domenica 31 dicembre 2023

Rebel Moon - un piccolo capolavoro di fantascienza

 Era da tempo che non vedevo qualcosa di così bello nel panorama della fantascienza avventurosa (diciamo quindi non della fantascienza hard, di cui ricordo il recente capolavoro Interstellar), almeno da John Carter, che per quanto fosse un classico blockbuster, riusciva ad emozionare con un ritmo incalzante, un mondo ben strutturato e un'ottima regia creando un film imponente.

Rebel Moon nel suo genere é un piccolo capolavoro. L'ho iniziato dopo aver visto il trailer, e ormai difficilmente mi sbaglio, quando mi piace un trailer, allora mi piace anche l'opera, e viceversa, difficilmente se non mi piace, poi gradirò l'opera.

E con Rebel Moon é stato amore a prima vista. E la visione di questa prima parte, intitolata la figlia del fuoco, mi ha conquistato.

Ne ho cominciato la visione senza sapere che fosse diretto da Zack Snyder, regista di mestiere ma che non mi ha mai fatto impazzire in quanto spesso più concentrato sull'immagine e sull'azione che non sulla narrazione. Diciamo un regista un po' "tamarro" per i miei gusti, seppur con un suo stile ben caratterizzato, e diciamo maggiormente rappresentato da 300, che volendo o si ama o si odia così com'è (come anche watchman o sucker punch).

L'avevo in parte rivalutato da l'uomo d'acciaio e i vari film poi a seguire sulla Justice League, dove ha in parte sistemato i suoi difetti (su tutti quegli slowmotion forzati che richiamano altri registi ben più tamarri come Owe Boll).

E con Rebel Moon l'ho completamente rivalutato, e ci troviamo davanti ad una regia e una direzione di fotografia (sempre di Snyder) che fra controluce, tagli di inquadratura particolarissimi, combattimenti molto funzionanti e credibili (forse qualche slomo di troppo qua e là) risulta eccezionale.

Troviamo, a livello registico e fotografico, una vastità di situazioni incredibili e ben caratterizzate, spesso anche da una luce differente. 


Il cast é un qualcosa di incredibile, una riunione di star di livello:

Sofia Boutella interpreta Kora, la protagonista, con un background misterioso che scopriremo pian piano. É stata adottata sul pianeta Veldt da una pacifica popolazione di contadini, spiazzati dall'arrivo della guerra portata dal regno madre, dei tiranni che viaggiano per l'universo conquistando e distruggendo mondi. L'attrice sembra giovanissima ma ha più di 40 anni (e somiglia fra le varie cose a Daria Shuer una delle mie bodybuilder preferite). É bravissima a recitare interpretando un ruolo complesso e ricco di sfumature perché il personaggio si apre pian piano al dialogo, al racconto, mostrando sempre più lati della propria personalità.

Il cast si compone anche di molti volti internazionali come Michiel Huisman, noto attore olandese che interpreta Gunnar, uno dei contadini che insieme a Kora prende parte al viaggio per trovare la squadra di guerrieri che difenderà il villaggio.

Il mitico Charlie Hunnam, fra i miei attori preferiti da quando lo vidi in Pacific Rim (fra i miei film preferiti) interpreta Kai, un pilota di astronavi ispirato un po' a Han Solo di Star Wars.

Staz Nair che sembra un nativo d'America nel ruolo di Tarak Decimus, un nobile guerriero simil pelle rossa.

Djimon Hounsou interpreta Generale Titus, un generale ormai senza motivazioni che Kora riesce a ri motivare.

Doona Bae é la guerriera orientale Nemesis.

Jena Malone, altra attrice che adoro da quando ha interpretato la protagonista da bambina in Contact (mio film preferito di sempre) nel ruolo di Harmada.

Ed Skrein: Atticus Noble

Fra Fee é un attore inglese teatrale e di musical che aveva recitato in Miserables, e vediamo nei flashback nelle vesti del generale Balisarius.

Infine (anche se tanti non sono stati citati) troviamo uno dei più famosi attori islandesi, Ingvar Eggert Sigurðsson nei panni di Hagen.

Ed é interessante citare che la voce di Jimmy, il robot all'inizio del film, in originale é di Anthony Hopkins.

La storia é epica, si divide in molti atti che si susseguono con un ritmo incalzante e che tiene incollati allo schermo. Forse, e qui c'è uno dei pochi difetti ma principali, il ritmo é troppo rapido e le situazioni non sono abbastanza approfondite. Sia i personaggi che le situazioni sono molto caratterizzati, come se fossero piccoli mondi a se stanti, solidi ma purtroppo non approfonditi chiaramente per questioni di tempo. Sarebbe stato più adatto vederli in una serie dove ogni situazione poteva avere un episodio dedicato.

Una di queste scene, il porto del pianeta da chi parte la spedizione, é chiaramente un richiamo a Mos Eisley, sia per come é impostata la scienza, sia per come si svolge. Le altre situazioni a seguire invece sono originali. A volte un po' eccessive e gratuite (tipo dove la bestia da domare uccide il mandriano) ma nel complesso ben bilanciate.

La storia mi ha richiamato alla mente gli RPG giapponesi come Tales of Symphonia (in particolare l'inizio), i vari capitoli di Final Fantasy o in generale l'atmosfera di tanti altri giochi di ruolo sia americani che giapponesi in particolare degli anni 90/2000. 

Rebel Moon é quindi un piccolo capolavoro del suo genere, non esente da difetti, ma non per questo penalizzato. Con dei ritmi più lenti e qualche tamarrata in meno poteva essere un grande capolavoro. In ogni caso uno dei migliori film dell'anno.

Voto 8/10

Willow - una webseries made in Italy

 Di seguito vi posto il comunicato stampa di un esperimento possiamo chiamarlo, in cui sono stato coinvolto come attore fra i protagonisti.

L'idea mi é piaciuta molto infatti ho deciso di aiutare il gruppo di lavoro, oltre al fatto che sono amici, collaborando anche ad altri aspetti sia come executive, che fornendo alcuni dei miei costumi di scena e aiutando con l'editing.

Al momento é previsto un episodio di prova poi vedrà se la serie prenderà piede.


Vi mando al comunicato stampa:

Negli anni '80 esce il film di Willow e diventa subito un cult. A distanza di oltre 30 anni provano a fare una serie su Disney+ che si rivela un flop. Troppo distante dal film. I fan sono delusi e volevano qualcos'altro, la serie viene cancellata alla prima stagione.
Seguendo questo sentimento, un gruppo di produzione indipendente (Nuovo Sole, Bottega WBM, e Dream Factory Studio) decide di unire le forze per realizzare una webseries che renda giustizia alla nota pellicola fantasy, dando voce alle critiche dei fan, creando un'opera che possa ricordare il fantasy tipico degli anni '80. 
Sono state coinvolte diverse figure già note nel panorama indipendente (e non solo) per dare vita ai personaggi della serie: Carlo Grotti Trevisan, l'attore regista di Rimini conosciuto per diverse produzioni web, fra cui Saint Seiya Rebirth (la webseries dedicata ai cavalieri dello zodiaco, la serie web italiana più vista all'estero degli ultimi anni) fra i protagonisti nel ruolo del figlio di Madmartigan;
Lexy Oliver, bodybuilder professionista, oltre che attrice, che interpreta la misteriosa guerriera protagonista del primo episodio;
Giuseppe Joel Mastroianni, maestro d'armi, coreografo e stuntman, oltre che noto cosplayer di Assassin's Creed, nei panni di uno dei villain;
Gianluca Conti, attore di cinema e di teatro, di recente nella serie Sky "Romulus", nel ruolo del mentore dei protagonisti, oltre che fra i produttori della serie;
Denise Camporesi, pittrice riminese, nelle vesti della maga;
Alla regia Elena D'Atri già nota per aver diretto numerosi cortometraggi e aver preso parte alle riprese di Saint Seiya Rebirth.
Le riprese si svolgono principalmente a Torriana nel riminese sfruttando i castelli e i paesaggi magici presenti nel nostro territorio

In pochi minuti troviamo un omaggio al cinema eighties, al fantasy e ai giochi di ruolo. Duelli, magia, azione, passione e comedy si fondono per dare vita al primo episodio che vedremo presto su YouTube.









venerdì 6 gennaio 2023

Black Mirror - distopia pessimistica

Da appassionato di tecnologia, studioso di astronomia e fisica, mi sono molto incuriosito in relazione a questa serie, che ho in parte apprezzato, ma che ho trovato troppo ridondante e in un certo senso claustrofobica. Non l'avevo mai vista, e così mi sono guardato tutti gli episodi, inclusi quelli più brevi che possiamo definire spin off.

E' innegabile che la serie sia girata bene, rappresenti un prodotto di qualità e abbia storie molto particolari, che rappresentano distopie del futuro, tuttavia sempre e troppo negative, che presentano un ambiente il più delle volte all'apparenza confortevole, per poi degenerare in un utilizzo della tecnologia massiccio ed eccessivo che porta praticamente sempre ai peggiori esiti.
Questo non l'ho per nulla gradito, in quanto non c'è una vera varietà nella serie, è quasi tutto negativo, pessimistico, distopico (quindi pressoché mai utopico) e seppur cambia il tema, il soggetto è sempre lo stesso.
Tutti gli episodi possiamo dire che rappresentano un sempre maggior avvicinamento al cosìddetto "punto Omega", teorizzato da Frank Tipler (e in precedenza dello scienziato gesuita francese Pierre Teilhard de Chardin) quel massimo sviluppo di tecnologia e intelligenza artificiale in cui queste ultime si fondono con l'uomo, transumanesimo, e in cui le macchine stesse possono prendere il controllo diventando padroni del mondo.
Non c'è più morale, filosofia, religione o altro, ma solo un'ossessione dell'avanzamento tecnologia, a discapito di tutto il resto e di qualsiasi valore o segno di umanità.
E questo è ciò che troviamo negli episodi. 
Da una parte sicuramente vi è una critica a questo sviluppo tecnologico, ma dall'altra vi è anche il fascino generato da quest'ultimo, un po' come nelle serie di Gomorra dove i criminali vengono visti sia come colpevoli sia come affascinanti gangster, il che non mi fa capire bene il collocamento della storia.
Fa riflettere, e questo è positivo, ma personalmente mi ha anche annoiato perchè non c'è mai un vero sviluppo narrativo, è un'antologia dove ogni episodio è abbastanza fine a sè stesso, al suo soggetto, alla sua idea (talvolta originale, talvolta scopiazzata da altre cose già viste in altri film) senza mai appassionare molto, dove gli stessi personaggi sono il più delle volte studiati solo superficialmente poichè appunto è il tema dell'episodio ad essere in rilievo e non il resto. Manca di fascino, di magnetismo, quello che si trova nel cyber punk del passato come in Blade Runner (non tanto nel mediocre seguito), dove la storia ti conquista per come si crea un nuovo universo ricco di narrativa, di psicologia tensione e così via, mentre Black Mirror appare come una serie alquanto moscia su questo punto di vista: non ha mordente, non decolla.
Fondamentalmente ho guardato tutti gli episodi perchè mi generavano curiosità, è tutto più commerciale, confezionato per essere venduto, speculando sul futuro, che in ogni generazione viene immaginato diversamente.
E le precedenti generazioni avevano molta più fantasia, dal citato Blade Runner a Johnny Mnemonic, il nostrano Nirvana, Matrix, Strange Days o Existenz. E potrei citarne tanti altri, il punto è che le idee, i personaggi, la caratterizzazione dal look alla psicologia, le situazioni le trame e così via.. E' tutto così terribilmente superiore che uno spettatore con una cultura sul genere, resta alquanto disincantato vedendo Black Mirror.
In generale non vado matto per le serie antologiche, soprattutto perchè mancano di un leit motiv, un filo conduttore che faccia appassionare alla cosa. Probabilmente il miglior lavoro su questo genere in un certo senso era stato fatto da "I viaggiatori", una delle migliori serie di sempre a mio avviso, dove nonostante ogni episodio fosse autoconclusivo, rappresentava benissimo il concetto di antologia collegata da un filo conduttore in quanto ogni volta c'era un pianeta diverso da esplorare. E vi dico che anche dieci minuti presi a caso da I viaggiatori sono infinitamente superiori a tutto Black Mirror.
Certo erano altri tempi, altra inventiva, altri attori, altro stile..

Ma c'è un episodio che mi ha positivamente colpito rispetto agli altri, per quanto non sia esente da non poche critiche che porterò di seguito, ed è San Junipero.
Questo episodio è decisamente il migliore di tutta la serie, in quanto riesce ad appassionare per tutta una serie di motivi, e anche ad emozionare, essendo l'unico che realmente scava dentro ai personaggi e li caratterizza, purtroppo facendo scelte talvolta insensate e illogiche, condizionate da un po' di politica e di woke, (di cui si sarebbe fatto volentieri a meno), ma almeno ci prova.


SPOILER
Molto sinteticamente, due ragazze si conoscono in un locale di San Junipero e si innamorano.
Si scoprirà che questo luogo è in verità una realtà virtuale mentre le due ragazze sono due anziane affette da due differenti patologie. Alla fine morenti, si faranno trasferire per sempre all'interno di questo mondo virtuale.
Tutto questo è contornato da un'ottima regia, due interpreti molto brave e carismatiche (fra cui Gugu Mbatha-Raw, protagonista del bel film storico Belle - la ragazza del dipinto), un'ambientazione molto suggestiva (in Sud Africa), delle musiche e delle atmosfere anni '80 che donano al tutto un tocco di classe. La storia ha all'apparenza un lieto fine, ma siamo sicuri? 
Le due protagonista, Kelly e Yorkie sono in un certo senso come come Paolo e Francesca, due egoismi che si incontrano. Scelgono un surrogato di vita eterna: una parodia del paradiso.
Kelly volendo un po' come Lucignolo di Pinocchio, in quanto trascina Yorkie in un mondo lontano da quello reale, senza niente e nessun, se non il divertimento di un mondo artificiale creato da qualcuno per far passare "eternamente" (o per lo meno finchè esisteranno quei sorta di server) un tempo senza responsabilità o senza una vita vera.
Inoltre la psicologia dei personaggi è gestita malissimo.. Dalla parte di Yorkie sicuramente ha un suo senso, la ragazza era omosessuale sin da ragazza, ma essendo tetraplegica non aveva mai avuto esperienze con nessuno, è normale che sia timida e impacciata. Ma Kelly?
Una anziana vedova, un tempo sposata e con una figlia, ora cercherebbe svago passando da uomini e donne? Non ha nessun senso. Al massimo cercherebbe un mondo virtuale che contenga una replica della sua famiglia, per rimanere in tema. Dopo un trauma del genere, già una ragazza sarebbe affranta e poco incline al divertimento, figuriamoci un'anziana, se potrebbe mai avere in testa di dedicarsi al divertimento e al sesso sfrenato. Niente di più insensato, nè da un punto di vista logico-narrativo, ma ancor meno da un punto di vista psicologico. Si poteva portare la stessa storia caratterizzando diversamente o la Kelly giovane (cioè facendole fare altre esperienze di vita, che so una ex prostituta) oppure caratterizzando diversamente la Kelly anziana all'interno di San Junipero.
Un'altra cosa che stona particolarmente a mio avviso, è la forzatura morale-politica, in quanto si forza l'eutanasia come fosse una liberazione (perchè poi ti manda nel "fantastico mondo virtuale perfetto") quando lo trovo un tema troppo complesso perchè abbia una bandiera politica di pro o contro a tutti i costi, e vederlo per forza positivo, è un messaggio non corretto a mio avviso, su cui potevano restare imparziali senza fare inutile propaganda.


In generale, in relazione un po' a tutta la serie, penso sia importante specificare che sul transumanesimo essere critici non significa abbandonare o contrastare il progresso scientifico e tecnologico che ha consentito all’essere umano di  migliorare le proprie condizioni di vita, ma che è importante non abbandonare quel lato trascendente, che può riguardare la sfera filosofica, religiosa, spirituale, metafisica, e così via, riducendo l’esistenza umana ad una artificiale e virtuale autorealizzazione. 

domenica 25 dicembre 2022

Cold Moon - sci-fi horror made in Italy

Vi riporto direttamente l'articolo uscito su  
https://www.horroritalia24.it/cold-moon-trailer-della-serie-sci-fi-horror-italiana/


Cold Moon è una serie di fantascienza horror girata e prodotta in Italia.

La serie richiama gli anni 8090 e gli anni 2000, strizzando l’occhio ad anime come Ken il guerrieroVampire Hunter D, e omaggiando saghe cinematografiche popolari del periodo come Blade e Underworld.

Trailer

La scelta è di allontanarsi dalle atmosfere patinate di oggi piene di super eroi e personaggi stereotipati, tornando a quelle più cupevere e crude maggiormente in voga in quel periodo.

Il tutto contornato da elementi in contrapposizione come comicità o romanticismo, proprio per controbilanciare il lato dark della serie.

Altra scelta controtendenza è quella di preferire effetti artigianali e il trucco sul set, rispetto agli effetti speciali e alla computer grafica, che dona al tutto un tocco di cinema indipendente e un maggior richiamo al cinema anni 80.

La voce narrante poi ricorda Dragonball, ed è infatti quella di Gianluca Iacono, ovvero Vegeta.

Cast

Fra i protagonisti attori esordienti e più legato al panorama indipendente/web, come Giada CambriaRita Igbinomwanhia e lo stesso regista Carlo Grotti Trevisan, oltre a volti già noti del cinema italiano come Piero Maggiò.

La regia è di Carlo Grotti Trevisan, principalmente regista di videoclip musicali e spot, ma anche di Saint Seiya Rebirth – la rinascita dei cavalieri dello zodiaco, che è stata fra le web serie italiane più viste nel mondo, con oltre 10 milioni di visite fra youtube e le altre piattaforme.

La serie è stata girata principalmente a Rimini e a tratti include elementi Felliniani che si vanno a mescolare con la fantascienzapersonaggi particolari, come la cartomante, o a volte conosciuti e fermati per strada, come il musicista che suona percussioni costruite con dei rifiuti e del materiale riciclato, che ha anche contribuito alla colonna sonora.

Una digressione probabilmente legata alle radici del regista, che è infatti nipote dello sceneggiatore Tonino Guerra.

Cold Moon sembra quindi portare tante novità, insieme a tanti omaggi, che faranno contenti gli appassionati di questo genere, particolarmente raro in Italia.