E' innegabile che la serie sia girata bene, rappresenti un prodotto di qualità e abbia storie molto particolari, che rappresentano distopie del futuro, tuttavia sempre e troppo negative, che presentano un ambiente il più delle volte all'apparenza confortevole, per poi degenerare in un utilizzo della tecnologia massiccio ed eccessivo che porta praticamente sempre ai peggiori esiti.
Questo non l'ho per nulla gradito, in quanto non c'è una vera varietà nella serie, è quasi tutto negativo, pessimistico, distopico (quindi pressoché mai utopico) e seppur cambia il tema, il soggetto è sempre lo stesso.
Tutti gli episodi possiamo dire che rappresentano un sempre maggior avvicinamento al cosìddetto "punto Omega", teorizzato da Frank Tipler (e in precedenza dello scienziato gesuita francese Pierre Teilhard de Chardin) quel massimo sviluppo di tecnologia e intelligenza artificiale in cui queste ultime si fondono con l'uomo, transumanesimo, e in cui le macchine stesse possono prendere il controllo diventando padroni del mondo.
Non c'è più morale, filosofia, religione o altro, ma solo un'ossessione dell'avanzamento tecnologia, a discapito di tutto il resto e di qualsiasi valore o segno di umanità.
E questo è ciò che troviamo negli episodi.
Da una parte sicuramente vi è una critica a questo sviluppo tecnologico, ma dall'altra vi è anche il fascino generato da quest'ultimo, un po' come nelle serie di Gomorra dove i criminali vengono visti sia come colpevoli sia come affascinanti gangster, il che non mi fa capire bene il collocamento della storia.
Da una parte sicuramente vi è una critica a questo sviluppo tecnologico, ma dall'altra vi è anche il fascino generato da quest'ultimo, un po' come nelle serie di Gomorra dove i criminali vengono visti sia come colpevoli sia come affascinanti gangster, il che non mi fa capire bene il collocamento della storia.
Fa riflettere, e questo è positivo, ma personalmente mi ha anche annoiato perchè non c'è mai un vero sviluppo narrativo, è un'antologia dove ogni episodio è abbastanza fine a sè stesso, al suo soggetto, alla sua idea (talvolta originale, talvolta scopiazzata da altre cose già viste in altri film) senza mai appassionare molto, dove gli stessi personaggi sono il più delle volte studiati solo superficialmente poichè appunto è il tema dell'episodio ad essere in rilievo e non il resto. Manca di fascino, di magnetismo, quello che si trova nel cyber punk del passato come in Blade Runner (non tanto nel mediocre seguito), dove la storia ti conquista per come si crea un nuovo universo ricco di narrativa, di psicologia tensione e così via, mentre Black Mirror appare come una serie alquanto moscia su questo punto di vista: non ha mordente, non decolla.
Fondamentalmente ho guardato tutti gli episodi perchè mi generavano curiosità, è tutto più commerciale, confezionato per essere venduto, speculando sul futuro, che in ogni generazione viene immaginato diversamente.
E le precedenti generazioni avevano molta più fantasia, dal citato Blade Runner a Johnny Mnemonic, il nostrano Nirvana, Matrix, Strange Days o Existenz. E potrei citarne tanti altri, il punto è che le idee, i personaggi, la caratterizzazione dal look alla psicologia, le situazioni le trame e così via.. E' tutto così terribilmente superiore che uno spettatore con una cultura sul genere, resta alquanto disincantato vedendo Black Mirror.
In generale non vado matto per le serie antologiche, soprattutto perchè mancano di un leit motiv, un filo conduttore che faccia appassionare alla cosa. Probabilmente il miglior lavoro su questo genere in un certo senso era stato fatto da "I viaggiatori", una delle migliori serie di sempre a mio avviso, dove nonostante ogni episodio fosse autoconclusivo, rappresentava benissimo il concetto di antologia collegata da un filo conduttore in quanto ogni volta c'era un pianeta diverso da esplorare. E vi dico che anche dieci minuti presi a caso da I viaggiatori sono infinitamente superiori a tutto Black Mirror.
Certo erano altri tempi, altra inventiva, altri attori, altro stile..
E le precedenti generazioni avevano molta più fantasia, dal citato Blade Runner a Johnny Mnemonic, il nostrano Nirvana, Matrix, Strange Days o Existenz. E potrei citarne tanti altri, il punto è che le idee, i personaggi, la caratterizzazione dal look alla psicologia, le situazioni le trame e così via.. E' tutto così terribilmente superiore che uno spettatore con una cultura sul genere, resta alquanto disincantato vedendo Black Mirror.
In generale non vado matto per le serie antologiche, soprattutto perchè mancano di un leit motiv, un filo conduttore che faccia appassionare alla cosa. Probabilmente il miglior lavoro su questo genere in un certo senso era stato fatto da "I viaggiatori", una delle migliori serie di sempre a mio avviso, dove nonostante ogni episodio fosse autoconclusivo, rappresentava benissimo il concetto di antologia collegata da un filo conduttore in quanto ogni volta c'era un pianeta diverso da esplorare. E vi dico che anche dieci minuti presi a caso da I viaggiatori sono infinitamente superiori a tutto Black Mirror.
Certo erano altri tempi, altra inventiva, altri attori, altro stile..
Ma c'è un episodio che mi ha positivamente colpito rispetto agli altri, per quanto non sia esente da non poche critiche che porterò di seguito, ed è San Junipero.
Questo episodio è decisamente il migliore di tutta la serie, in quanto riesce ad appassionare per tutta una serie di motivi, e anche ad emozionare, essendo l'unico che realmente scava dentro ai personaggi e li caratterizza, purtroppo facendo scelte talvolta insensate e illogiche, condizionate da un po' di politica e di woke, (di cui si sarebbe fatto volentieri a meno), ma almeno ci prova.
SPOILER
Molto sinteticamente, due ragazze si conoscono in un locale di San Junipero e si innamorano.
Si scoprirà che questo luogo è in verità una realtà virtuale mentre le due ragazze sono due anziane affette da due differenti patologie. Alla fine morenti, si faranno trasferire per sempre all'interno di questo mondo virtuale.
Tutto questo è contornato da un'ottima regia, due interpreti molto brave e carismatiche (fra cui Gugu Mbatha-Raw, protagonista del bel film storico Belle - la ragazza del dipinto), un'ambientazione molto suggestiva (in Sud Africa), delle musiche e delle atmosfere anni '80 che donano al tutto un tocco di classe. La storia ha all'apparenza un lieto fine, ma siamo sicuri?
Le due protagonista, Kelly e Yorkie sono in un certo senso come come Paolo e Francesca, due egoismi che si incontrano. Scelgono un surrogato di vita eterna: una parodia del paradiso.
Kelly volendo un po' come Lucignolo di Pinocchio, in quanto trascina Yorkie in un mondo lontano da quello reale, senza niente e nessun, se non il divertimento di un mondo artificiale creato da qualcuno per far passare "eternamente" (o per lo meno finchè esisteranno quei sorta di server) un tempo senza responsabilità o senza una vita vera.
Kelly volendo un po' come Lucignolo di Pinocchio, in quanto trascina Yorkie in un mondo lontano da quello reale, senza niente e nessun, se non il divertimento di un mondo artificiale creato da qualcuno per far passare "eternamente" (o per lo meno finchè esisteranno quei sorta di server) un tempo senza responsabilità o senza una vita vera.
Inoltre la psicologia dei personaggi è gestita malissimo.. Dalla parte di Yorkie sicuramente ha un suo senso, la ragazza era omosessuale sin da ragazza, ma essendo tetraplegica non aveva mai avuto esperienze con nessuno, è normale che sia timida e impacciata. Ma Kelly?
Una anziana vedova, un tempo sposata e con una figlia, ora cercherebbe svago passando da uomini e donne? Non ha nessun senso. Al massimo cercherebbe un mondo virtuale che contenga una replica della sua famiglia, per rimanere in tema. Dopo un trauma del genere, già una ragazza sarebbe affranta e poco incline al divertimento, figuriamoci un'anziana, se potrebbe mai avere in testa di dedicarsi al divertimento e al sesso sfrenato. Niente di più insensato, nè da un punto di vista logico-narrativo, ma ancor meno da un punto di vista psicologico. Si poteva portare la stessa storia caratterizzando diversamente o la Kelly giovane (cioè facendole fare altre esperienze di vita, che so una ex prostituta) oppure caratterizzando diversamente la Kelly anziana all'interno di San Junipero.
Una anziana vedova, un tempo sposata e con una figlia, ora cercherebbe svago passando da uomini e donne? Non ha nessun senso. Al massimo cercherebbe un mondo virtuale che contenga una replica della sua famiglia, per rimanere in tema. Dopo un trauma del genere, già una ragazza sarebbe affranta e poco incline al divertimento, figuriamoci un'anziana, se potrebbe mai avere in testa di dedicarsi al divertimento e al sesso sfrenato. Niente di più insensato, nè da un punto di vista logico-narrativo, ma ancor meno da un punto di vista psicologico. Si poteva portare la stessa storia caratterizzando diversamente o la Kelly giovane (cioè facendole fare altre esperienze di vita, che so una ex prostituta) oppure caratterizzando diversamente la Kelly anziana all'interno di San Junipero.
Un'altra cosa che stona particolarmente a mio avviso, è la forzatura morale-politica, in quanto si forza l'eutanasia come fosse una liberazione (perchè poi ti manda nel "fantastico mondo virtuale perfetto") quando lo trovo un tema troppo complesso perchè abbia una bandiera politica di pro o contro a tutti i costi, e vederlo per forza positivo, è un messaggio non corretto a mio avviso, su cui potevano restare imparziali senza fare inutile propaganda.
In generale, in relazione un po' a tutta la serie, penso sia importante specificare che sul transumanesimo essere critici non significa abbandonare o contrastare il progresso scientifico e tecnologico che ha consentito all’essere umano di migliorare le proprie condizioni di vita, ma che è importante non abbandonare quel lato trascendente, che può riguardare la sfera filosofica, religiosa, spirituale, metafisica, e così via, riducendo l’esistenza umana ad una artificiale e virtuale autorealizzazione.
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