Partiamo col dire cos'è il v-log: in pratica corrisponde è una sorta di raw, cioè di registrazione che presenta molti più stop di luce sia nelle parti chiare che scure del video, aumentando di conseguenza i dettagli e le sfumature (soprattutto nel bianco e nel nero) che il video può avere.
Questa caratteristica è solitamente riservata a macchine di fascia alta (come Red), ma la possiamo trovare anche in macchine economiche come la Black Magic Pocket, o è possibile usarla nella Canon 5d tramite un programma apposito chiamato Magic Lantern.
Ora Panasonic grazie al v-log diventa veramente competitiva, mettendolo a disposizione a pagamento per Gh4, e di default sulla nuova dvx200.
Quando girate in v-log, l'immagine apparirà flat, cioè piatta, senza contrasti e colori. Ma non preoccupatevi, questo perchè sarà successivamente che vi permetterà di lavorarci ampiamente in post produzione, sia
Questo post è solo dimostrativo e documenta un "bug" (non si sa se volontario o meno) presente sul firmware e image app di Panasonic. Il v-log potete acquistarlo sul sito ufficiale di Panasonic.
Per prima cosa dovete trovare il firmware 2.3 (body) della Panasonic Gh4.
Una volta trovato, lo copiate all'interno di una sd formattata, quindi inserite la sd all'interno della macchina, e premete il tasto play, cioè quello che vi fa visualizzare i video e le foto. Premendo nuovamente avvierete l'installazione. Una volta terminata e riavviate la macchina, scaricate su un telefono Android la versione 1.5.4 dell'applicazione Image App, un'applicazione che consente di controllare in remoto la macchina, tramite smartphone.
A questo punto avviate l'applicazione, comparirà scritto "ricerca della fotocamera/videocamera in corso", cliccate su "Cod. QR". Sulla gh4 invece, andate nelle impostazioni e scegliete la voce "wifi" e nuova connessione. Apparirà un di quei codici qr, cioè un quadrato simile ad un codice a barre, sullo schermo della macchina, che dovrete posizionare all'interno dell'area circoscritta nello schermo dello smartphone, in prossimità della fotocamera.
Avviate il controllo remoto, e a questo punto state controllando la macchina in remoto.
Ora in basso a sinistra troverete il bottone q menù, cliccatelo e selezionate quindi stile foto.
Il penultimo stile selezionabile sarà proprio il v-log. Sceglietelo quindi andate nel menù di modalità foto, questa volta dalla macchina, e salvatelo.
Da ora potrete utilizzare il v-log anche senza il telefono.
lunedì 28 dicembre 2015
sabato 26 dicembre 2015
Lily and the snowman
E per augurarvi buone feste e diffondere lo spirito del Santo Natale, vi invito a visionare questo cortometraggio:
Lily and the snowman!
Lo ammetto, qualche lacrima è scesa... bellissimo! <3
Posted by Magia di Natale on Lunedì 21 dicembre 2015
mercoledì 23 dicembre 2015
Recensione: Star Wars - Il risveglio della Forza
Recensione molto difficile quella che mi appresto a fare, poichè come sappiamo questo film sta dividendo i fans. Ci sono persone a cui è piaciuto molto, mentre altre a cui non è piaciuto per niente. Io personalmente non mi "estremizzo" in una di queste due posizioni: penso sia un bel film, ma con alcuni difetti di sceneggiatura. Ora vi spiegherò meglio ed essendo Guerre Stellari una delle mie saghe preferite e che reputo più significative nella storia del cinema, questa recensione sarà più dettagliata rispetto a quelle che faccio di solito. Nella prima parte non ci saranno spoiler, poi nella seconda, dedicata alle critiche, ci saranno vari spoiler e collegamenti all'universo espanso della saga.
Partiamo con un'analisi tecnica del film: J.J.Abrams è sicuramente un ottimo regista, e ha dato un tocco spilberghiano al film. Molti dicono che lo stile di Abrams ricorda quello di Spielberg. Secondo me no, o almeno non di base. Abrams è un regista con uno stile decisamente televisivo/fiction, e solo nel film Super 8 ha ricalcato lo stile dell'indiscusso maestro del cinema Steven.
Ora ritira fuori questo stile, che troviamo nel montaggio, per esempio troviamo spesso il nome del personaggio che sta per arrivare nella parte successiva, o piccoli movimenti di camera che svelano un dettaglio importante (per esempio il forziere con la spada di Luke). Troviamo anche transizioni a comparsa prese direttamente come stile dalla versione rimasterizzata di Star Wars e a seguire nella nuova trilogia prequel.
Cast: parlando del cast bisogna partire da un presupposto, cioè che tutti gli attori scelti sono molto bravi. Harrison Ford nonostante gli anni ha sempre quel modo di fare scanzonato e "menefreghista" di Ian Solo. Carrie Fisher si è veramente messa in forma per il film,
La protagonista assoluta è però Daisy Ridley, un'attrice britannica che fino a poco prima non aveva fatto praticamente nulla di rilevante, e che si è dimostrata in grado di tenere sulle spalle l'importanza di un film del genere (mentre sto scrivendo il film ha già battuto ogni record di incasso nelle prime settimane e si appresta probabilmente a raggiungere e forse superare Avatar e Titanic, due capolavori di Cameron e record di incassi fino ad oggi), Rende molto bene anche John Boyega, altro attore britannico in erba ma decisamente promettente. Oscar Isaac per quanto sia un volto abbastanza nuovo al grande pubblico ha già una certa esperienza, e si confermano le sue doti di attore e il suo volto particolare ed espressivo, che per quanto guatemalteco di origine, può sembrare anche vagamente italo-americano. Anche Adam Driver,, che interpreta il "cattivo" di turno è un ottimo attore, ma a parer mio non incute il sufficiente timore che dovrebbe incutere quel personaggio, anche se è da dire che si basa proprio su un connubio di ambiguità fra il bene e il male, e se in altre parti del film non mi aveva convinto, nella scena con Ian l'ho trovato eccezionale (ma per non fare spoiler esaminerò meglio il tutto dopo).
Vorrei citare anche Domhnall Gleeson che l'ho sempre visto fare ruoli da buono un po' impacciato e che invece risulta molto credibile nel ruolo del malvagio generale di questo nuovo impero chiamato Primo Ordine.
Anche il doppiaggio devo dire che è stato molto buono, alcune voci erano le stesse, per esempio quella di Carrie Fisher l'ho riconosciuta. Fra i vari una piccola curiosità, quello che doppia Poe è Gabriele Sabatini, che è stato mio insegnante di recitazione.
Non delude la colonna sonora, anche se è meno coinvolgente degli altri film (mi riferisco a tutte e due le trilogie).
Effetti speciali di ottima fattura, finalmente si guarda un film dove non sembra di essere in un videogame in 3d (vedi lo Hobbit per citare un esempio illustre, ma ce ne sono tanti altri) ma c'è tanta scenografia ricreata, un po' come in Pacific Rim di Guillermo Del Toro.
Non mi piacciono invece le scelte relative all'adattamento, partiamo col dire che io già sono un sostenitore del titolo "Guerre Stellari" perchè questo è il titolo con cui ci hanno abituato all'inizio, ma ancor peggio è stato sentire cambiare i nomi che per anni abbiamo sentito pronunciati in un certo modo. Ian è diventato Han, C1P8 è diventato R2D2, oltre ad altre cose minori, ma queste due proprio non si possono sentire.
Attenzione, di qui spoiler!
Per ora avete letto praticamente solo complimenti a questo film, perchè senza spoilerare non possiamo fare le giuste critiche. Il film preso a se stante è un ottimo film di fantascienza, ma parlando della sua eredità, delude su diversi fronti. Non parlo di una delusione assoluta, anzi nel complesso sono soddisfatto, ma alcune cose proprio non le ho capite.
Partiamo dalle ingenuità narrative: la prima su tutte è che la storia a grandi linee ricalca le dinamiche del primo Guerre Stellari (episodio IV, Una nuova speranza) e sembra quasi più un reboot che un sequel sotto molti aspetti, ma questo non mi ha infastidito più di tanto, anzi è bello rivedere qualcuno che in un certo senso ripercorre le orme di Luke, e forse la prima metà del film è la più bella e dinamica. Tuttavia la protagonista abita da sola nel deserto di Jakku, non come Luke che a Tatooine aveva degli zii o altri personaggi di riferimento, ma lei vive da sola e porta rottami in una sorta di mensa dove in cambio le danno del cibo. Concetto alquanto limitato, quando anche nella vecchia trilogia troviamo almeno le corse di sgusci
a dare interesse alla cosa e a mostrare in che modo la forza scorreva nel giovane prescelto (nel caso era Anakin) o anche nella trilogia classica Luke aveva un'attività e delle ambizioni insieme allo zio. Qui è tutto ridotto all'osso, lei raccoglie rottami per avere cibo, insomma ci poteva essere dell'altro per rendere la situazione più interessante.
Andando avanti non c'è nessuna emozione quando vedono il "ferro vecchio", cioè il Millenium Falcon. Diamine, l'astronave più conosciuta della saga, per non dire la più conosciuta al mondo, si trova lì parcheggiata per caso. Potevano fargliela trovare in modo più interessante, magari ci finivano per caso dentro e poi si accorgevano di dove si trovavano. Insomma non mi è piaciuta la facilità con cui hanno trovato il Falcon.
Poi altra cosa, uno degli stormtrooper combatte contro Finn con una specie di mazza elettrificata, e tale arma gli consente di ripararsi dalla spada laser che ha impugnato il ragazzo. Ma com'è possibile? Hanno inventato un'arma equivalente alle lightsaber? Vabbè sorvoliamo su questo. Sempre Finn, poco dopo, riesce impugnando la spada laser a tenere testa a Kylo Ren, un Sith. D'accordo che è ferito, ma una persona normale, seppur armata di spada laser, può tenere testa ad un Sith? Ma quando mai... E per giunta Kylo è stato addestrato dallo stesso Luke! E pure Rey riesce a tenergli testa nonostante non si sia mai addestrata. Nemmeno Anakin, uno dei più potenti Jedi (e poi Sith) della storia sapeva usare la spada prima dell'addestramento. Queste cose proprio non le ho mandate giù, ma su tutto, ciò che mi ha maggiormente deluso è la morte di Ian Solo, o Han, come lo chiamano qui.
Nell'universo espanso ciò non succede mai. D'accordo che narrativamente nel film preso a se stante ci stava bene come momento drammatico, anzi qualcosa doveva proprio succedere in quel momento, ma perchè proprio lui? E anche a livello drammatico, avrei fatto pesare maggiormente la cosa.
E con una base gigante che distrugge stelle e altri pianeti, con Ian che muore e così via, cosa fa Luke? Sta su un'isola da solo a pentirsi di aver addestrato Kylo. Non ci posso credere. E lo stesso Kylo, è un grande Sith che per uccidere il padre gli fa una vigliaccata. E del gap di trent'anni (ampiamente spiegato nell'universo espanso) qui non si capisce nulla. Grandi feste, l'impero è sconfitto, e poi da nulla risorge con nuovi cattivi. E poi mi viene in mente, tornando all'inizio, chi è l'anziano del villaggio? Viene messo lì così, come personaggio evidentemente importante, ma non si comprende chi sia. Altra cosa meno rilevante, quel personaggio argentato (che non ho capito se un maschio o una femmina, ma suppongo la seconda ipotesi dalla voce) decisamente inutile. Sarebbe stato molto meglio trovare per esempio delle guardie cremisi.
Queste sono quasi lacune narrative, ingenuità disarmanti che hanno in parte rovinato questo film. Dico in parte perchè senza il resto della saga nessuno solleverebbe questi dubbi e il film funzionerebbe se considerato a se stante, ma rispetto all'universo di Star Wars, non ci siamo proprio.
Universo espanso: parliamo quindi dell'expanded universe. Per chi non lo sapesse con questo termine si intende tutto l'universo creato nei fumetti, nei romanzi e nei videogame di Star Wars, e che Lucas ha reputato ufficiale. Questo almeno fino all'acquisto da parte di Disney, che ha cambiato le carte in tavola reputando tutto l'universo espanso "non canonico" quindi come se fossero degli spin off. E secondo me ha fatto un grosso errore, perchè è proprio questo che spiega cos'è successo dopo Il ritorno dello Jedi, come l'Impero ancora in certi posti sopravviveva, e come Luke l'avesse combattuto insieme a Solo, Leia, Chewbacca, Lando e altri.
Nonostante però l'abbiano voluto escludere, hanno deciso di prendere l'elemento principale, ovvero i figli di Ian e Leia.
Esaminiamo nel dettaglio quali sono le differenze: nel fumetto (a parte che Ian non muore, sempre che nei prossimi film non ci siano sorprese, ma la vedo dura) hanno tre figli, Jacen, Jaina (due gemelli) e successivamente Anakin (chiamato così in onore del nonno).
Partiamo con Jacen: esattamente con Ben Solo (così si chiama nel film, anche se l'idea di chiamarlo come Obi Wan in suo onore non è male) prima è buon apprendista Jedi addestrato da Luke, quindi diventa un sith, chiamato Darth Caedus (mentre nel film si chiama Kylo Ren).
Se esaminiamo un'immagine dai fumetti di quando è piccolo effettivamente ricorda molto l'attore che lo interpreta:
Passiamo a Jaina: stesso carattere del padre, abilità di pilota, e fisicamente molto simile alla Rey del film oltre all'abbigliamento pressochè identico:
Certo non sappiamo se si scoprirà essere figlia di Ian (anche se il loro "feeling" soprattutto sul Falcon lo fanno pensare) ma mi chiedo, perchè la Disney ha deciso di annullare l'universo espanso per poi ricopiarlo pari pari cambiando i nomi? Mistero.
L'altro figlio sarebbe Anakin, nato successivamente, che morirà combattendo contro i malvagi fra cui anche su fratello, così come morirà anche lui, Jacen, ucciso proprio da sua sorella Jaina.
Assenze: su tutti Luke, non ha senso che compaia solo alla fine del film, come già detto, così com'è ingiustificato che lasci andare in malora l'universo e i suoi amici (e può percepirlo perchè è un Jedi).
Lando Clarissian, ci saremmo aspettati che comparisse.
La forza, altra grande assente. Si percepisce pochissimo nel film... Mentre è un elemento dominante di tutti gli altri film, tutti e sei. E grandi assenti sono gli spiriti degli altri jedi, su tutti direi Yoda, che sarebbe stato perfetto come mentore della ragazza (e avrebbe giustificato il suo utilizzo della forza, altrimenti completamente inspiegato, per esempio quando Rey si fa liberare dal soldato).
Omaggi e richiami:
su tutti ho notato un omaggio, o per lo meno un richiamo, al film Starship Troopers, di Zemeckis (uno dei miei film preferiti fra l'altro), cioè lo sbarco delle truppe sul primo pianeta.
Alcune cose su Jakku mi hanno richiamato la saga di Panzer Dragoon (anche se è vero che a sua volta Panzer Dragoon si era sicuramente ispirato sia a Tatooine di Guerre Stellari che a Dune).
Se vediamo per esempio la protagonista, Rey, in questo frame
Un altro richiamo interessante è quello alla dittatura comunista; mentre l'Impero richiamava più il nazismo, questa volta vediamo le truppe del primo ordine fare il saluto a pugno, con una bandiera rossa di sfondo, in mezzo ad uno scenario invernale che richiama la steppa russa.
Supposizioni: sui sequel si possono supporre alcune cose.
La comparsa di alcuni spiriti dei jedi a fare da guida a Rey, fra i candidati anche in base ai rumors che ci sono stati, metterei: Anakin, Obi Wan, Yoda e Qui Gon.
La scoperta che Rey è la sorella di Ben, e quindi anche lei figlia di Ian e Leia (se così non fosse rimarrei deluso, perchè lo stanno facendo credere, magari ripiegherebbero sul fatto che è la figlia di Luke. Ricordiamo che nell'universo espanso Luke si sposa con Mara Jade).
Verrebbe da pensare che Rey si potrebbe impegnare con Finn, ma è più probabile che venga conquistata da un Poe Dameron.
Chewbacca nell'universo espanso viene ucciso, durante uno dei nuovi capitoli (che non si è capito se Lucas aveva reso o meno ufficiali, prima dell'acquisto di Disney) mentre combattono contro una nuova razza aliena (al contrario di Ian che invece sopravvive), lo faranno morire anche qui?
Kylo Ren morirà ucciso da Rey (sempre sia sua sorella), come nell'universo espanso?
Infine, per chi non lo sapesse, Lucas e Disney hanno deciso che i film usciranno ogni due anni, perchè si alterneranno con degli spin off. Il primo uscirà l'anno prossimo, e sarà incentrato sulla squadriglia Rogue, mentre l'altro sarà incentrato niente meno che su Ian solo, e uscirà fra tre anni, cioè l'anno dopo Episodio VIII (che non ha ancora un titolo).
Una piccola curiosità, che avrei voluto girare poco prima dell'uscita del film un cortometraggio, diciamo un omaggio, in cui si vedevano i due figli di Ian Solo, piccoli, lei già propensa a diventare jedi, e lui già con un grande potere ma per certe cose attratto dal lato oscuro e che entrambi si mettevano in contatto con lo spirito di Anakin. Mi dispiace non averlo girato!
Valutazione generale: l'atmosfera c'è, dai primi piani dentro gli X-Wing e i Tie-Fighter, alle esultanze dei piloti quando guidano, le varie creature con le loro vocine, il nuovo droide, molto carino e simpatico, il ritmo dinamico... Insomma c'è tutto, tuttavia le ingenuità narrative e le incoerenze col resto della saga limitano notevolmente il mio giudizio.
Se dovessi valutarlo come film in generale, si merita tranquillamente un 8, ma se devo valutarlo rispetto al resto della saga, più di 6 non può ricevere.
Partiamo con un'analisi tecnica del film: J.J.Abrams è sicuramente un ottimo regista, e ha dato un tocco spilberghiano al film. Molti dicono che lo stile di Abrams ricorda quello di Spielberg. Secondo me no, o almeno non di base. Abrams è un regista con uno stile decisamente televisivo/fiction, e solo nel film Super 8 ha ricalcato lo stile dell'indiscusso maestro del cinema Steven.
Ora ritira fuori questo stile, che troviamo nel montaggio, per esempio troviamo spesso il nome del personaggio che sta per arrivare nella parte successiva, o piccoli movimenti di camera che svelano un dettaglio importante (per esempio il forziere con la spada di Luke). Troviamo anche transizioni a comparsa prese direttamente come stile dalla versione rimasterizzata di Star Wars e a seguire nella nuova trilogia prequel.
La protagonista assoluta è però Daisy Ridley, un'attrice britannica che fino a poco prima non aveva fatto praticamente nulla di rilevante, e che si è dimostrata in grado di tenere sulle spalle l'importanza di un film del genere (mentre sto scrivendo il film ha già battuto ogni record di incasso nelle prime settimane e si appresta probabilmente a raggiungere e forse superare Avatar e Titanic, due capolavori di Cameron e record di incassi fino ad oggi), Rende molto bene anche John Boyega, altro attore britannico in erba ma decisamente promettente. Oscar Isaac per quanto sia un volto abbastanza nuovo al grande pubblico ha già una certa esperienza, e si confermano le sue doti di attore e il suo volto particolare ed espressivo, che per quanto guatemalteco di origine, può sembrare anche vagamente italo-americano. Anche Adam Driver,, che interpreta il "cattivo" di turno è un ottimo attore, ma a parer mio non incute il sufficiente timore che dovrebbe incutere quel personaggio, anche se è da dire che si basa proprio su un connubio di ambiguità fra il bene e il male, e se in altre parti del film non mi aveva convinto, nella scena con Ian l'ho trovato eccezionale (ma per non fare spoiler esaminerò meglio il tutto dopo).
Vorrei citare anche Domhnall Gleeson che l'ho sempre visto fare ruoli da buono un po' impacciato e che invece risulta molto credibile nel ruolo del malvagio generale di questo nuovo impero chiamato Primo Ordine.
Anche il doppiaggio devo dire che è stato molto buono, alcune voci erano le stesse, per esempio quella di Carrie Fisher l'ho riconosciuta. Fra i vari una piccola curiosità, quello che doppia Poe è Gabriele Sabatini, che è stato mio insegnante di recitazione.
Non delude la colonna sonora, anche se è meno coinvolgente degli altri film (mi riferisco a tutte e due le trilogie).
Effetti speciali di ottima fattura, finalmente si guarda un film dove non sembra di essere in un videogame in 3d (vedi lo Hobbit per citare un esempio illustre, ma ce ne sono tanti altri) ma c'è tanta scenografia ricreata, un po' come in Pacific Rim di Guillermo Del Toro.
Non mi piacciono invece le scelte relative all'adattamento, partiamo col dire che io già sono un sostenitore del titolo "Guerre Stellari" perchè questo è il titolo con cui ci hanno abituato all'inizio, ma ancor peggio è stato sentire cambiare i nomi che per anni abbiamo sentito pronunciati in un certo modo. Ian è diventato Han, C1P8 è diventato R2D2, oltre ad altre cose minori, ma queste due proprio non si possono sentire.
Attenzione, di qui spoiler!
Per ora avete letto praticamente solo complimenti a questo film, perchè senza spoilerare non possiamo fare le giuste critiche. Il film preso a se stante è un ottimo film di fantascienza, ma parlando della sua eredità, delude su diversi fronti. Non parlo di una delusione assoluta, anzi nel complesso sono soddisfatto, ma alcune cose proprio non le ho capite.
Partiamo dalle ingenuità narrative: la prima su tutte è che la storia a grandi linee ricalca le dinamiche del primo Guerre Stellari (episodio IV, Una nuova speranza) e sembra quasi più un reboot che un sequel sotto molti aspetti, ma questo non mi ha infastidito più di tanto, anzi è bello rivedere qualcuno che in un certo senso ripercorre le orme di Luke, e forse la prima metà del film è la più bella e dinamica. Tuttavia la protagonista abita da sola nel deserto di Jakku, non come Luke che a Tatooine aveva degli zii o altri personaggi di riferimento, ma lei vive da sola e porta rottami in una sorta di mensa dove in cambio le danno del cibo. Concetto alquanto limitato, quando anche nella vecchia trilogia troviamo almeno le corse di sgusci
a dare interesse alla cosa e a mostrare in che modo la forza scorreva nel giovane prescelto (nel caso era Anakin) o anche nella trilogia classica Luke aveva un'attività e delle ambizioni insieme allo zio. Qui è tutto ridotto all'osso, lei raccoglie rottami per avere cibo, insomma ci poteva essere dell'altro per rendere la situazione più interessante.
Andando avanti non c'è nessuna emozione quando vedono il "ferro vecchio", cioè il Millenium Falcon. Diamine, l'astronave più conosciuta della saga, per non dire la più conosciuta al mondo, si trova lì parcheggiata per caso. Potevano fargliela trovare in modo più interessante, magari ci finivano per caso dentro e poi si accorgevano di dove si trovavano. Insomma non mi è piaciuta la facilità con cui hanno trovato il Falcon.
Poi altra cosa, uno degli stormtrooper combatte contro Finn con una specie di mazza elettrificata, e tale arma gli consente di ripararsi dalla spada laser che ha impugnato il ragazzo. Ma com'è possibile? Hanno inventato un'arma equivalente alle lightsaber? Vabbè sorvoliamo su questo. Sempre Finn, poco dopo, riesce impugnando la spada laser a tenere testa a Kylo Ren, un Sith. D'accordo che è ferito, ma una persona normale, seppur armata di spada laser, può tenere testa ad un Sith? Ma quando mai... E per giunta Kylo è stato addestrato dallo stesso Luke! E pure Rey riesce a tenergli testa nonostante non si sia mai addestrata. Nemmeno Anakin, uno dei più potenti Jedi (e poi Sith) della storia sapeva usare la spada prima dell'addestramento. Queste cose proprio non le ho mandate giù, ma su tutto, ciò che mi ha maggiormente deluso è la morte di Ian Solo, o Han, come lo chiamano qui.
Nell'universo espanso ciò non succede mai. D'accordo che narrativamente nel film preso a se stante ci stava bene come momento drammatico, anzi qualcosa doveva proprio succedere in quel momento, ma perchè proprio lui? E anche a livello drammatico, avrei fatto pesare maggiormente la cosa.
E con una base gigante che distrugge stelle e altri pianeti, con Ian che muore e così via, cosa fa Luke? Sta su un'isola da solo a pentirsi di aver addestrato Kylo. Non ci posso credere. E lo stesso Kylo, è un grande Sith che per uccidere il padre gli fa una vigliaccata. E del gap di trent'anni (ampiamente spiegato nell'universo espanso) qui non si capisce nulla. Grandi feste, l'impero è sconfitto, e poi da nulla risorge con nuovi cattivi. E poi mi viene in mente, tornando all'inizio, chi è l'anziano del villaggio? Viene messo lì così, come personaggio evidentemente importante, ma non si comprende chi sia. Altra cosa meno rilevante, quel personaggio argentato (che non ho capito se un maschio o una femmina, ma suppongo la seconda ipotesi dalla voce) decisamente inutile. Sarebbe stato molto meglio trovare per esempio delle guardie cremisi.
Queste sono quasi lacune narrative, ingenuità disarmanti che hanno in parte rovinato questo film. Dico in parte perchè senza il resto della saga nessuno solleverebbe questi dubbi e il film funzionerebbe se considerato a se stante, ma rispetto all'universo di Star Wars, non ci siamo proprio.
Universo espanso: parliamo quindi dell'expanded universe. Per chi non lo sapesse con questo termine si intende tutto l'universo creato nei fumetti, nei romanzi e nei videogame di Star Wars, e che Lucas ha reputato ufficiale. Questo almeno fino all'acquisto da parte di Disney, che ha cambiato le carte in tavola reputando tutto l'universo espanso "non canonico" quindi come se fossero degli spin off. E secondo me ha fatto un grosso errore, perchè è proprio questo che spiega cos'è successo dopo Il ritorno dello Jedi, come l'Impero ancora in certi posti sopravviveva, e come Luke l'avesse combattuto insieme a Solo, Leia, Chewbacca, Lando e altri.
Nonostante però l'abbiano voluto escludere, hanno deciso di prendere l'elemento principale, ovvero i figli di Ian e Leia.
Esaminiamo nel dettaglio quali sono le differenze: nel fumetto (a parte che Ian non muore, sempre che nei prossimi film non ci siano sorprese, ma la vedo dura) hanno tre figli, Jacen, Jaina (due gemelli) e successivamente Anakin (chiamato così in onore del nonno).
Partiamo con Jacen: esattamente con Ben Solo (così si chiama nel film, anche se l'idea di chiamarlo come Obi Wan in suo onore non è male) prima è buon apprendista Jedi addestrato da Luke, quindi diventa un sith, chiamato Darth Caedus (mentre nel film si chiama Kylo Ren).
Se esaminiamo un'immagine dai fumetti di quando è piccolo effettivamente ricorda molto l'attore che lo interpreta:
Tuttavia Jacen crescendo cambia, e il suo aspetto fisico si discosta abbastanza da quello di Adam Driver:
Passiamo a Jaina: stesso carattere del padre, abilità di pilota, e fisicamente molto simile alla Rey del film oltre all'abbigliamento pressochè identico:
Certo non sappiamo se si scoprirà essere figlia di Ian (anche se il loro "feeling" soprattutto sul Falcon lo fanno pensare) ma mi chiedo, perchè la Disney ha deciso di annullare l'universo espanso per poi ricopiarlo pari pari cambiando i nomi? Mistero.
L'altro figlio sarebbe Anakin, nato successivamente, che morirà combattendo contro i malvagi fra cui anche su fratello, così come morirà anche lui, Jacen, ucciso proprio da sua sorella Jaina.
Assenze: su tutti Luke, non ha senso che compaia solo alla fine del film, come già detto, così com'è ingiustificato che lasci andare in malora l'universo e i suoi amici (e può percepirlo perchè è un Jedi).
Lando Clarissian, ci saremmo aspettati che comparisse.
La forza, altra grande assente. Si percepisce pochissimo nel film... Mentre è un elemento dominante di tutti gli altri film, tutti e sei. E grandi assenti sono gli spiriti degli altri jedi, su tutti direi Yoda, che sarebbe stato perfetto come mentore della ragazza (e avrebbe giustificato il suo utilizzo della forza, altrimenti completamente inspiegato, per esempio quando Rey si fa liberare dal soldato).
Omaggi e richiami:
su tutti ho notato un omaggio, o per lo meno un richiamo, al film Starship Troopers, di Zemeckis (uno dei miei film preferiti fra l'altro), cioè lo sbarco delle truppe sul primo pianeta.
Alcune cose su Jakku mi hanno richiamato la saga di Panzer Dragoon (anche se è vero che a sua volta Panzer Dragoon si era sicuramente ispirato sia a Tatooine di Guerre Stellari che a Dune).
Se vediamo per esempio la protagonista, Rey, in questo frame
Richiama sicuramente alla mente Keil del primo Panzer Dragoon (o in generale il look della serie)
Un altro richiamo interessante è quello alla dittatura comunista; mentre l'Impero richiamava più il nazismo, questa volta vediamo le truppe del primo ordine fare il saluto a pugno, con una bandiera rossa di sfondo, in mezzo ad uno scenario invernale che richiama la steppa russa.
Supposizioni: sui sequel si possono supporre alcune cose.
La comparsa di alcuni spiriti dei jedi a fare da guida a Rey, fra i candidati anche in base ai rumors che ci sono stati, metterei: Anakin, Obi Wan, Yoda e Qui Gon.
La scoperta che Rey è la sorella di Ben, e quindi anche lei figlia di Ian e Leia (se così non fosse rimarrei deluso, perchè lo stanno facendo credere, magari ripiegherebbero sul fatto che è la figlia di Luke. Ricordiamo che nell'universo espanso Luke si sposa con Mara Jade).
Verrebbe da pensare che Rey si potrebbe impegnare con Finn, ma è più probabile che venga conquistata da un Poe Dameron.
Chewbacca nell'universo espanso viene ucciso, durante uno dei nuovi capitoli (che non si è capito se Lucas aveva reso o meno ufficiali, prima dell'acquisto di Disney) mentre combattono contro una nuova razza aliena (al contrario di Ian che invece sopravvive), lo faranno morire anche qui?
Kylo Ren morirà ucciso da Rey (sempre sia sua sorella), come nell'universo espanso?
Infine, per chi non lo sapesse, Lucas e Disney hanno deciso che i film usciranno ogni due anni, perchè si alterneranno con degli spin off. Il primo uscirà l'anno prossimo, e sarà incentrato sulla squadriglia Rogue, mentre l'altro sarà incentrato niente meno che su Ian solo, e uscirà fra tre anni, cioè l'anno dopo Episodio VIII (che non ha ancora un titolo).
Una piccola curiosità, che avrei voluto girare poco prima dell'uscita del film un cortometraggio, diciamo un omaggio, in cui si vedevano i due figli di Ian Solo, piccoli, lei già propensa a diventare jedi, e lui già con un grande potere ma per certe cose attratto dal lato oscuro e che entrambi si mettevano in contatto con lo spirito di Anakin. Mi dispiace non averlo girato!
Valutazione generale: l'atmosfera c'è, dai primi piani dentro gli X-Wing e i Tie-Fighter, alle esultanze dei piloti quando guidano, le varie creature con le loro vocine, il nuovo droide, molto carino e simpatico, il ritmo dinamico... Insomma c'è tutto, tuttavia le ingenuità narrative e le incoerenze col resto della saga limitano notevolmente il mio giudizio.
Se dovessi valutarlo come film in generale, si merita tranquillamente un 8, ma se devo valutarlo rispetto al resto della saga, più di 6 non può ricevere.
domenica 13 dicembre 2015
Aja Cion
Meno di 5.000€ per una macchina che fa il 4k da cinema vero, una macchina che si può tranquillamente paragonare a Red o Arri, parliamo di Aja Cion, macchina recente, che registra in 4444 and 422, e anche in raw. Il sensore è un sensore super 35mm.
Il video parla da solo:
Di recente abbiamo parlato anche di Panasonic dvx200, che costa poco meno. Vi chiederete, perchè allora acquistare quella o questa? Qual'è la differenza?
La differenza lo fa l'utilizzo: qui a questa cifra avete solo il corpo macchina, e per poterla usare avrete sempre bisogno di un'equipe che sta dietro la macchina, perchè questo è cinema, non è una macchina per tutti i giorni. Con la dvx200 al contrario avrete una macchina versatile, che può fare sia cinema (ma naturalmente non a questo livello) sia riprese, reportage, documentari ecc.. ready to go, cioè pronti a partire, anche da soli senza troupe.
sabato 21 novembre 2015
Recensione film: Matrimonio al sud
Stavo guardando in tv "Tale e quale show", uno dei miei programmi preferiti, e come sempre ospiti in ogni puntata ci sono personaggi che presentano il proprio film.
Solitamente le commedie italiane o i film comici non sono il mio genere, anzi al cinema guardo praticamente solo film stanieri, per lo più americani, ma questo sin dal trailer mi è sembrato interessante.
Il primo punto di forza è il cast: se si vuole fare un film divertente gli attori devono essere bravi. Di recente ho visto tanti film con interpreti presi da Zelig, Colorado, ecc... e devo dire che li trovo tutti simili e piatti a lungo andare, magari possono far ridere quando fanno gag di qualche minuto, ma un film è troppo. Qui invece troviamo dei comici veramente bravi, su tutti Massimo Boldi, che ho avuto il piacere di conoscere proprio ieri alla presentazione del film (nella foto qui a fianco) e a seguire Biagio Izzo, Debora Villa, Barbara Tabita, Paolo Conticini, Enzo Salvi, Gabriele Cirilli, Ugo Conti e così via. Un camion di risate.
Mi ha convinto anche la protagonista, Fatima Trotta, nota per essere conduttrice di Made in sud. Un po' meno il protagonista, Luca Peracino, non a caso appartenente alla categoria di cui ho parlato poco sopra (comico di programma televisivo). Non al livello del resto del cast ma nel complesso funziona nella parte (all'inizio l'avevo scambiato per Francesco Sole, hanno una voce e una fisicità abbastanza simile).
La storia è molto carina, fortunatamente esente dalle volgarità a cui ci hanno abituato i cinepanettoni. Si discosta da questi, che sicuramente hanno fatto un pezzo della storia italiana, ma ad un certo punto hanno iniziato ad essere troppo ripetitivi. Ai tempi la coppia Boldi-De Sica funzionava moltissimo, sono due attori eccezionali, il problema era appunto la mancanza di innovazione con film che dopo un po' di tempo risultavano tutti troppo simili fra loro. Al contrario qui troviamo un nuovo tema, molto divertente, cioè quello delle divergenze fra la cultura del nord e quella del sud, in tema di matrimonio a sfondo comico-brillante (e non demenziale, fortunatamente, a parte qualche sporadica gag ai limite del surreale).
Altra cosa che ho gradito molto, è la presenza di una morale nel film, spesso completamente assente nei film di questo genere, ma che in questo ho trovato e apprezzato.
Devo criticare un po' la fotografia, non sempre costante, a tratti molto curata, a tratti con scene illuminate in modo un po' approssimativo. Sui colori avrei usato toni più vivi e saturi nella parte al sud, per distinguerla e contrapporla ancor di più alla parte girata al nord.
Interessante invece la regia, con diversi estri, per esempio i rallenty su Gegè (Conticini). Dinamico e funzionante il montaggio, simpatiche le situazioni.
Questo film insegna molto, a mio avviso, al cinema italiano di questo genere, che sforna tantissimi film comici insipidi e tutti uguali, e dovrebbe imparare da questo, che ha un suo stile, delle belle location, una storia semplice ma interessante, delle gag brillanti e degli ottimi interpreti che in alcune scene strappano veramente grasse risate.
Eccovi il trailer:
Voto: 7
Solitamente le commedie italiane o i film comici non sono il mio genere, anzi al cinema guardo praticamente solo film stanieri, per lo più americani, ma questo sin dal trailer mi è sembrato interessante.
Il primo punto di forza è il cast: se si vuole fare un film divertente gli attori devono essere bravi. Di recente ho visto tanti film con interpreti presi da Zelig, Colorado, ecc... e devo dire che li trovo tutti simili e piatti a lungo andare, magari possono far ridere quando fanno gag di qualche minuto, ma un film è troppo. Qui invece troviamo dei comici veramente bravi, su tutti Massimo Boldi, che ho avuto il piacere di conoscere proprio ieri alla presentazione del film (nella foto qui a fianco) e a seguire Biagio Izzo, Debora Villa, Barbara Tabita, Paolo Conticini, Enzo Salvi, Gabriele Cirilli, Ugo Conti e così via. Un camion di risate.
Mi ha convinto anche la protagonista, Fatima Trotta, nota per essere conduttrice di Made in sud. Un po' meno il protagonista, Luca Peracino, non a caso appartenente alla categoria di cui ho parlato poco sopra (comico di programma televisivo). Non al livello del resto del cast ma nel complesso funziona nella parte (all'inizio l'avevo scambiato per Francesco Sole, hanno una voce e una fisicità abbastanza simile).
La storia è molto carina, fortunatamente esente dalle volgarità a cui ci hanno abituato i cinepanettoni. Si discosta da questi, che sicuramente hanno fatto un pezzo della storia italiana, ma ad un certo punto hanno iniziato ad essere troppo ripetitivi. Ai tempi la coppia Boldi-De Sica funzionava moltissimo, sono due attori eccezionali, il problema era appunto la mancanza di innovazione con film che dopo un po' di tempo risultavano tutti troppo simili fra loro. Al contrario qui troviamo un nuovo tema, molto divertente, cioè quello delle divergenze fra la cultura del nord e quella del sud, in tema di matrimonio a sfondo comico-brillante (e non demenziale, fortunatamente, a parte qualche sporadica gag ai limite del surreale).
Altra cosa che ho gradito molto, è la presenza di una morale nel film, spesso completamente assente nei film di questo genere, ma che in questo ho trovato e apprezzato.
Devo criticare un po' la fotografia, non sempre costante, a tratti molto curata, a tratti con scene illuminate in modo un po' approssimativo. Sui colori avrei usato toni più vivi e saturi nella parte al sud, per distinguerla e contrapporla ancor di più alla parte girata al nord.
Interessante invece la regia, con diversi estri, per esempio i rallenty su Gegè (Conticini). Dinamico e funzionante il montaggio, simpatiche le situazioni.
Questo film insegna molto, a mio avviso, al cinema italiano di questo genere, che sforna tantissimi film comici insipidi e tutti uguali, e dovrebbe imparare da questo, che ha un suo stile, delle belle location, una storia semplice ma interessante, delle gag brillanti e degli ottimi interpreti che in alcune scene strappano veramente grasse risate.
Eccovi il trailer:
Voto: 7
mercoledì 18 novembre 2015
Microfoni per doppiaggio
Come ha sottolineato una volta in un video, un mio amico noto doppiatore, Ivo De Palma, "l'audio non è il parente povero del video", anzi, spesso l'audio inconsciamente lo percepiamo ancor più del video stesso. E' quindi importantissimo curarlo ottimamente, sia che si tratti di presa diretta, che di doppiaggio. In questo caso vediamo quali sono i microfoni e le attrezzature necessarie per poter avere un buon doppiaggio, anche in base a quanto si può spendere.
E' importante sottolineare che il doppiaggio spesso può risolvere cattive situazioni di presa diretta, magari dovute al vento troppo forte o a del rumore di fondo inevitabile. Oppure attori che hanno convinto poco possono ridoppiarsi (o essere doppiati da altri attori/doppiatori che ne migliorano la resa) e così via. Un buon microfono può essere molto importante anche per speakeraggi, voice over, registrazioni varie, o semplicemente per cantare una canzone.
E' importante sottolineare che da a parte per i microfoni che si collegano direttamente con usb (e chiaramente hanno una qualità inferiore) è opportuno abbinare una scheda audio adeguata, un mixer per gestire i canali (cuffie, casse, e così via). Schede economiche ma abbastanza valide sono prodotte da M-Audio ma è un esempio, ne esistono tante, da circa 100€ in su.
Aggiungiamoci i vari accorgimenti come supporto, anti pop, ecc...
Mettiamoci anche che i microfoni professionali se a condensatore, proprio per via della loro qualità e sensibilità hanno bisogno di una cabina insonorizzata dove lavorare, o per lo meno di una capsula che ne isoli un lato per evitare riverberi.
E' importante sottolineare che da a parte per i microfoni che si collegano direttamente con usb (e chiaramente hanno una qualità inferiore) è opportuno abbinare una scheda audio adeguata, un mixer per gestire i canali (cuffie, casse, e così via). Schede economiche ma abbastanza valide sono prodotte da M-Audio ma è un esempio, ne esistono tante, da circa 100€ in su.
Aggiungiamoci i vari accorgimenti come supporto, anti pop, ecc...
Mettiamoci anche che i microfoni professionali se a condensatore, proprio per via della loro qualità e sensibilità hanno bisogno di una cabina insonorizzata dove lavorare, o per lo meno di una capsula che ne isoli un lato per evitare riverberi.
Come dicevamo all'inizio, esistono soluzioni un po' per tutte le tasche, dai microfoni usb a poche decine di euro, fino ai microfono da studio che costano migliaia di euro, ma logicamente la resa sarà notevolmente diversa a seconda di quanto si spende. Le soluzioni valide sono tantissime e offerte da moltissime marche, senza esagerare, vi mostrerò quelle principali e più utilizzate.
Partiamo con la soluzione più economica, il Samson Go Mic. Un microfono rivoluzionario, si attacca direttamente all'usb, è piccolo e tascabile. Ha pure una discreta qualità, e per soli 30€ va anche troppo bene! Certo non è un microfono professionale, ma se volete registrare audio in qualità più che soddisfacente e senza comprare altri accessori, spendendo poco, è quello che fa per voi.
Andando avanti col concetto di microfono via USB possiamo migliorare la qualità con cifre un po' più alte, per esempio col Blue Yeti o il Samson C01U o altri modelli di Audio-Technica, Cad, ecc... con costi che arrivano fino a 150€ circa.
Salendo di qualità troviamo il Sennheiser E-945, un microfono che costa circa 200€. Ma nonostante la cifra bassa, offre già prestazioni professionali senza aver bisogno di uno studio alle spalle, in quanto essendo monodirezionale non raccoglie i suoni dello sfondo, ma solo quelli direttamente frontali. E' attualmente uno dei microfoni che usiamo in studio di registrazione, e nonostante la spesa relativamente bassa, non delude le aspettative, è chiaro e pulito nelle registrazioni. Rispetto a quelli che si connettono direttamente via usb c'è un bel salto, nonostante la cifra sia di poco più alta dei modelli di fascia alta di quella categoria, ma dobbiamo calcolare almeno altri 100€ per una scheda audio esterna.
Passiamo ora alla prima soluzione a condensatore, il Sontronics STC-2, un microfono professionale da studio, in vendita a circa 250€. E' un microfono che ha uno studio dove doppiamo ogni tanto, e la qualità è molto buona. A differenza del Sennheiser ha bisogno di più accorgimenti per poterlo usare.
Passiamo ora alla prima soluzione a condensatore, il Sontronics STC-2, un microfono professionale da studio, in vendita a circa 250€. E' un microfono che ha uno studio dove doppiamo ogni tanto, e la qualità è molto buona. A differenza del Sennheiser ha bisogno di più accorgimenti per poterlo usare.
Il Neumann TLM 103 è probabilmente la soluzione più interessante sul mercato. Con una spesa di circa 900€ (o anche di poco inferiore, a seconda del kit e degli accessori inclusi) è possibile avere un microfono professionale di alto livelo. E' il nostro prossimo acquisto.
Ricordo che questo è un microfono a condensatore, quindi molto sensibile, e per tanto necessita di una zona insonorizzata adeguata (non necessariamente una cabina a parte, ma la si può creare anche in un ambiente più piccolo).
Ricordo che questo è un microfono a condensatore, quindi molto sensibile, e per tanto necessita di una zona insonorizzata adeguata (non necessariamente una cabina a parte, ma la si può creare anche in un ambiente più piccolo).
Per parlare del microfono di riferimento per il doppiaggio, il top che si può avere, ecco il Neumann U87, il re dei microfoni del doppiaggio. Ne esistono diverse versioni e kit, la spesa media è di circa 2500€ per il nuovo, ma si trovano anche usati a cifre abbastanza inferiori.
E' il microfono utilizzato dai maggiori studi di doppiaggio sparsi per l'Italia. Esistono anche alternative più o meno costose di Sony, AKG, ecc...
martedì 17 novembre 2015
Nuove macchine 4k, su tutte Panasonic AG-DVX200
Mentre nel mercato di fascia alta si parla di numeri sempre superiore 5k, 8k ecc... Nel mercato prosumer stanno uscendo nuove alternative al 4k, il formato del momento, che pian piano sta diventando il riferimento per le produzioni e per gli schermi su cui vediamo i video.
KYOTO - A Panasonic AG-DVX200 short film from Sebastian Wiegärtner on Vimeo.
- Stabilizzatore d'immagine 5 assi
- Sistema Intelligent Auto Focus
- Filtri ND (1/4, 1/6, 1/64)
- Frame rate variabile con un max di 120 fps (con risoluzione FHD)
- 12 stop di latitudine di posa e nuova curva di gamma L V-Log di Panasonic
- Sensore con formato 4/3" che facilita l'effetto bokeh
qui potete trovarne altre nel dettaglio:
http://business.panasonic.it/telecamere-professionali/sites/default/nfsfiles/professional-camera-2014/technical_downloads/AG-DVX200_tentative%20Specs_July%202015.pdf
Cominciamo subito col pezzo forte, Panasonic AG-DVX200.
E' una macchina prosumer di altissima qualità.
Partiamo innanzitutto dal design: bellissima. La macchina ha le finiture laterali in carbonio, e una parte rossa, che riprende un vecchio modello di videocamera degli anni '80 di Panasonic, la v3.
E' una macchina logicamente in 4k con una qualità molto cinematografica, merito anche del vlog, cioè un modo di registrare simile al raw, con possibilità di forte personalizzazione dell'immagine in post produzione. E il tutto con la storica magica gamma di colori video che contraddistingue Panasonic da tempo.
Il primo difetto in apparenza, forse l'unico di questa macchina, è l'ottica fissa. Ma ricordiamo che in una macchina da presa, l'ottica fissa in bundle, è il componente che può abbattere il prezzo.
Se fosse stata ad ottica intercambiabile, con un sensore così grande (4/3 di pollice) avrebbe avuto il prezzo di una macchina pro di fascia alta, quindi almeno il doppio, probabilmente senza ottica integrata, e per tanto andrebbe su un altro livello. Anche se è da dire che a Panasonic manca una macchina a metà fra questa e la più costosa varicam.
Vi invito a vedere questo test, se non me l'avessero detto avrei pensato fosse stato girato con una Red:
Andiamo alla parte tecnica, queste sono quelle principali:
- Ottica Leica Dicomar f/2.8 - Zoom 13x, 4K (4096 x 2160) 24p: 29,5mm - 384,9mm - FHD: 28mm - 365,3mm equivalente 35mm- Stabilizzatore d'immagine 5 assi
- Sistema Intelligent Auto Focus
- Filtri ND (1/4, 1/6, 1/64)
- Frame rate variabile con un max di 120 fps (con risoluzione FHD)
- 12 stop di latitudine di posa e nuova curva di gamma L V-Log di Panasonic
- Sensore con formato 4/3" che facilita l'effetto bokeh
qui potete trovarne altre nel dettaglio:
http://business.panasonic.it/telecamere-professionali/sites/default/nfsfiles/professional-camera-2014/technical_downloads/AG-DVX200_tentative%20Specs_July%202015.pdf
Il prezzo è di circa 4500€ (è una media a seconda di dove la si compra e di che versione) e per quanto sia alta di per se come cifra, anche davanti ad una Gh4 che costa molto meno e che ha una qualità molto simile, dobbiamo ricordarci di tutte le funzioni e degli optional integrati: vale sicuramente quello che costa.
Vi invito a visionare questo review approfondito:
Per un video in Italiano vi invito a vedere quello di Adcom, lungo, ma molto completo ed esaustivo.
Una versione più economica di fascia prosumer dello stesso marchio è la Panasonic HC-X1000.
Parliamo di una macchina molto valida, ma che non ha tutte le caratteristiche innovative della dvx200. E' fondamentalmente come le altre macchine meno recenti, in HD, parlando di funzionamento e caratteristiche, con la differenza dell'aggiunta del poter girare in 4k. Una caratteristica innovativa c'è ed è interessante, cioè un led che illumina la ghiera.
Il prezzo oscilla dai 2000 ai 2500€ a seconda della versione, ed è un prezzo decisamente basso e concorrenziale per una videocamera 4k. Come dicevamo, non è chiaramente come la macchina di cui abbiamo parlato poco fa, cioè la dvx200, che mette insieme il meglio delle caratteristiche delle dslr e quello delle videocamere, ma questa è una videocamera al 100%.Non è quindi molto cinematografica, anzi è prettamente televisiva, ma nel suo compito e nel suo settore, è molto buona.
Passiamo poi alla Canon XC10, nuova macchina simile alle Panasonic lx100 e alla Sony rx100 (già recensite nel blog, cliccando sul link). Una compattina ad ottica fissa, de design accattivante, che riprende le macchine dei primi anni 2000.
Vi invito a visionare questo review approfondito:
Una versione più economica di fascia prosumer dello stesso marchio è la Panasonic HC-X1000.
Parliamo di una macchina molto valida, ma che non ha tutte le caratteristiche innovative della dvx200. E' fondamentalmente come le altre macchine meno recenti, in HD, parlando di funzionamento e caratteristiche, con la differenza dell'aggiunta del poter girare in 4k. Una caratteristica innovativa c'è ed è interessante, cioè un led che illumina la ghiera.
Il prezzo oscilla dai 2000 ai 2500€ a seconda della versione, ed è un prezzo decisamente basso e concorrenziale per una videocamera 4k. Come dicevamo, non è chiaramente come la macchina di cui abbiamo parlato poco fa, cioè la dvx200, che mette insieme il meglio delle caratteristiche delle dslr e quello delle videocamere, ma questa è una videocamera al 100%.Non è quindi molto cinematografica, anzi è prettamente televisiva, ma nel suo compito e nel suo settore, è molto buona.
Passiamo poi alla Canon XC10, nuova macchina simile alle Panasonic lx100 e alla Sony rx100 (già recensite nel blog, cliccando sul link). Una compattina ad ottica fissa, de design accattivante, che riprende le macchine dei primi anni 2000.
Il problema è il prezzo, come ormai succede con tutte le Canon si paga il marchio, è carissima.
Quasi 2000€ (a seconda dei kit) per una macchina che è praticamente un giocattolino, come design sicuramente ben riuscita e pratica, ma come qualità fa fatica a stare al passo con i due modelli sopra citati che costano meno di 1000€, cioè la metà del costo di questa macchina. Vi mostro il test, girato a Parigi, molto carino, ma ripeto, si "paga il design".
Quasi 2000€ (a seconda dei kit) per una macchina che è praticamente un giocattolino, come design sicuramente ben riuscita e pratica, ma come qualità fa fatica a stare al passo con i due modelli sopra citati che costano meno di 1000€, cioè la metà del costo di questa macchina. Vi mostro il test, girato a Parigi, molto carino, ma ripeto, si "paga il design".
Infine vorrei citare la Sony Pxw X70, macchina non nuovissima ma della quale mi sembra di non aver parlato precedentemente, una macchina predisposta per il 4k (che può quindi farlo tramite registratore) che ha un prezzo di base di circa 2000€, molto buono per una macchina di questo tipo, vi rimando ad un test molto esaudiente che la mostra in diverse circostanze:
martedì 3 novembre 2015
Recensione film: Censors "Awakening"
Come molti sapranno, siamo stati a proiettare al Lucca Comics and Games, alcuni dei nostri video, fra cui in anteprima Fushigi Yugi live action, che presto sarà su youtube.
Proprio in concomitanza ad una delle nostre proiezioni, c'è stata quella di due nostri amici, Max Coltorti, regista e fotografo più conosciuto come "Ambition"ed Emanuela Pacotto, che tutti conoscerete come una delle voci più famose d'Italia, basti pensare a Bulma di Dragonball, One Piece, e così via.. Emanuela è anche un'attrice, e insieme a Max ha realizzato un web movie, un film per internet quindi, con una durata di 15 minuti, durata adatta quindi come dicono, ai tempi veloci degli spettatori-navigatori che fanno zapping più velocemente rispetto alla televisione.
Purtroppo poichè impegnati come dicevo, con la nostra proiezione, ci siamo persi la loro, ma abbiamo potuto recuperare vedendolo su youtube!
Censors da una parte è il racconto della giornata tipo di Emanuela, che si sveglia per andare a doppiare, staccando la spina dalla città ed entrando "nel suo mondo" di artista, mentre dall'altra parte troviamo una storia fantasy con incantesimi, intrighi, umorismo, e tante citazioni.
Tecnicamente parlando la qualità è molto alta: dalla regia (di Coltorti), alla fotografia, color correction e montaggio. Anche gli effetti sono di ottima fattura, merito in parte di Vanguard Studios, innovativo studio di produzione a Milano che si avvale di tecnologie di ultima generazione.
L'unica interprete è Emanuela, molto brava, a cui si aggiunge un cameo di Claudio Moneta, altro grandissimo doppiatore la cui voce è facilmente riconoscibile, soprattutto per i fans dei cartoni animati, molti ricorderanno che lui era la voce di Zelgadis, accanto a quella di Emanuela che dava la voce a Rina, nel cartone animato "Un incantesimo dischiuso fra i petali del tempo".
E camminando per le strade di Lucca, li abbiamo incontrati, il regista e la protagonista:
Per vedere il web movie:
Il film è molto divertente, speriamo di vederne presto altri!
Voto: 8
Proprio in concomitanza ad una delle nostre proiezioni, c'è stata quella di due nostri amici, Max Coltorti, regista e fotografo più conosciuto come "Ambition"ed Emanuela Pacotto, che tutti conoscerete come una delle voci più famose d'Italia, basti pensare a Bulma di Dragonball, One Piece, e così via.. Emanuela è anche un'attrice, e insieme a Max ha realizzato un web movie, un film per internet quindi, con una durata di 15 minuti, durata adatta quindi come dicono, ai tempi veloci degli spettatori-navigatori che fanno zapping più velocemente rispetto alla televisione.
Purtroppo poichè impegnati come dicevo, con la nostra proiezione, ci siamo persi la loro, ma abbiamo potuto recuperare vedendolo su youtube!
Censors da una parte è il racconto della giornata tipo di Emanuela, che si sveglia per andare a doppiare, staccando la spina dalla città ed entrando "nel suo mondo" di artista, mentre dall'altra parte troviamo una storia fantasy con incantesimi, intrighi, umorismo, e tante citazioni.
Tecnicamente parlando la qualità è molto alta: dalla regia (di Coltorti), alla fotografia, color correction e montaggio. Anche gli effetti sono di ottima fattura, merito in parte di Vanguard Studios, innovativo studio di produzione a Milano che si avvale di tecnologie di ultima generazione.
L'unica interprete è Emanuela, molto brava, a cui si aggiunge un cameo di Claudio Moneta, altro grandissimo doppiatore la cui voce è facilmente riconoscibile, soprattutto per i fans dei cartoni animati, molti ricorderanno che lui era la voce di Zelgadis, accanto a quella di Emanuela che dava la voce a Rina, nel cartone animato "Un incantesimo dischiuso fra i petali del tempo".
E camminando per le strade di Lucca, li abbiamo incontrati, il regista e la protagonista:
Per vedere il web movie:
Il film è molto divertente, speriamo di vederne presto altri!
Voto: 8
lunedì 12 ottobre 2015
Sony PXW-FS5
E' ormai chiaro che il mercato video dopo tanti passaggi di testimone ora sia principalmente in mano a Panasonic e Sony.
Sony ora è pronta al lanciare sul mercato una macchina con un sensore super 35, compatta, se vogliamo una sorta di Red Scarlet, ma di casa Sony, che si chiama appunto PXW-FS5 e che ovviamente, a partire dal sensore, è più avanzata rispetto alla macchina di Red.
Come caratteristiche è la sorella minore della PXW-FS7, presentando tuttavia un corpo macchina più leggero e di conseguenza agile, e un prezzo inferiore (oltre a non avere logicamente tutte le caratteristiche della "sorella maggiore"), parliamo di circa 5000€ contro i 7000 circa della FS7.
Monta ottiche a-mount, può registrare in 4k, e con rallenty di ben 240 fps in Full HD XAVC 10 bit 4:2:2. A seconda della batteria può arrivare fino ad addirittura 6 ore abbondanti di registrazione continua.
Sony ora è pronta al lanciare sul mercato una macchina con un sensore super 35, compatta, se vogliamo una sorta di Red Scarlet, ma di casa Sony, che si chiama appunto PXW-FS5 e che ovviamente, a partire dal sensore, è più avanzata rispetto alla macchina di Red.
Come caratteristiche è la sorella minore della PXW-FS7, presentando tuttavia un corpo macchina più leggero e di conseguenza agile, e un prezzo inferiore (oltre a non avere logicamente tutte le caratteristiche della "sorella maggiore"), parliamo di circa 5000€ contro i 7000 circa della FS7.
Monta ottiche a-mount, può registrare in 4k, e con rallenty di ben 240 fps in Full HD XAVC 10 bit 4:2:2. A seconda della batteria può arrivare fino ad addirittura 6 ore abbondanti di registrazione continua.
Di seguito alcuni video ufficiali di Sony che mostrano le potenzialità della macchina:
mercoledì 16 settembre 2015
Riprese aeree del Rock Island con drone
Il Rock Island, uno degli spot di riferimento dell'adriatico, la east coast italiana.
Il mio home spot, dove surfo sempre, col caldo, con la neve, con le onde grandi e con le onde piccole, spesso e volentieri in compagnia di amici.
Durante una piccola mareggiata estiva abbiamo fatto alcune riprese aeree, con la suggestiva ruota panoramica di Rimini a fare da contorno alla scena.
Le onde nel video sono piccole ma al Rock Island ci si diverte sempre!
Le riprese sono state fatte con un Phantom e la camera utilizzata è una gopro settata su 2k e mezzo di risoluzione, cosa che lavorando in hd ci ha permesso di croppare le riprese talvolta lontane.
Point Break - Remake
E' ancora presto per poter fare una recensione, il film in Italia uscirà
a
gennaio 2016 e anche se lo vedessimo in anteprima, questo non accadrà
prima
di dicembre.
Abbiamo però visto il primo trailer italiano, e i due video
"featurette",
uno dedicato al surf, e uno in generale agli sport estremi.
Partiamo col parlare del cast:
il grande assente come tutti sapranno è Patrick Swayze, ricordiamo morto
nel 2009 a 57 anni di tumore. Tuttavia manca anche Keanu
Reeves, che nel 2013 in un’intervista alla BBC aveva affermato che non avrebbe
preso parte alle riprese di questo remake "certi film come Il Mago di Oz e
Apocalypse Now dovrebbero avere in calce stampata una clausola no
remake”
idem Point Break.
Nel ruolo di Johnny Utah, agente dell'FBI troviamo Luke Bracey, noto
per
alcuni film fra cui soprattutto G.I.Joe e The best of me.
Luke in realtà ricorda come tipo molto di più Patrick Swayze!
Evidentemente
hanno deciso di prendere fisicità molto diverse, per non dire opposte,
per
cambiare rispetto all'originale.
Come caratteristiche e attitudini però è molto adatto al ruolo di Utah.
Nota
dolente sono i tatuaggi che gli hanno disegnato, veramente brutti.
Erano
mille volte meglio quelli di Vin Diesel in XXX.
Nel ruolo di Bodhi troviamo invece Edgar Ramirez, star del cinema
sudamericano, con un discreto numero di thriller e action movie alle
spalle,
oltre alla parte di Simon Bolivar nel recente Libertador.
Adatto alla parte, cioè una sorta di pazzo fanatico degli sport
estremi,
tuttavia che non ha nulla da spartire nella fisicità e nel personaggio
con
Swayze. Staremo a vedere la resa nel film.
Paradossalmente fra i pochi che avrebbero potuto interpretare Bodhi
ci
poteva essere proprio Luke Bracey, che tuttavia sembra adatto anche al
ruolo
di Utah, insomma polivalente.
Nel ruolo di Pappas, all'epoca di Gary Busey c'è l’inglese Ray
Winstone;
mentre per il ruolo di Tyler, all’epoca interpretato da Lori Petty,
troviamo
Teresa Palmer, nota per il film Warm Bodies.
Insomma il cast è interessante, ma non ha ovviamente il fascino dell
originale.
La regia è di Ericson Core, noto più come direttore della fotografia
(il
caso vuole abbia diretto la fotografia di Fast and Furious, film con
una
trama identica a Point Break con la sola differenza delle auto al posto
del
surf). Regista dell'ottimo Invincible, con Mark Wahlberg, Greg Kinnear
ed
Elizabeth Banks.
Su internet c'è molto dissenso soprattutto sui social, come twitter, ma
come
diceva Wilde "nel bene o nel male purchè se ne parli" e infatti di
questo
Point Break sta parlando mezzo mondo.
Per gli appassionati di surf come noi, la cosa più interessante riguarda
le
riprese a Tehaupoo e a Jaws. Coinvolti molti nomi del surf. A
Tehaupoo
troviamo una sequenza spettacolare in cui Bruce Irons e Dylan Longbottom
che
incrociano le loro traiettorie in modo spettacolare.
Avevo visto fare a Jaws una cosa del genere, dove l'onda è più alta e ha
una
parete più ampia da surfare, ma a Tehaupoo è molto difficile. Eppure
ognuno
di loro ha tenuto la linea e c'è riuscito.
Un'impresa non da poco.
Successivamente sempre a Tehaupoo troviamo Laurie Towner, che fa da
controfigura al protagonista, che surfa un'onda veramente imponente, ma
alla
fine cade finendo in un wipeout veramente pesante; e come vediamo
nello
speciale riporterà non pochi danni, soprattutto alla testa. Un brutto
colpo
dove ha quasi rischiato la vita.
Coinvolto anche Laird Hamilton, che tutti conoscere come star del
surf
estremo, che surfa a Jaws e parla nell'intervista dicendo che non è
veramente un remake, ma più un film nuovo che
si ispira alla stessa storia del precedente e spiegando che così come
l
originale Point Break (in cui Laird Hamilton fu a sua volta coinvolto)
era
rapportato a quel periodo, questo Point Break lo è al periodo
attuale.
Sempre sul surf, guardando il trailer abbiamo notato una cosa: l'onda
di
Tehuapoo che surfa Towner sembra ancora più grande che nello speciale,
non
capiamo se è la prospettiva o è parte della post produzione. Così come
l
onda a Jaws che sembra presentare un tubo ancor più grande sul lato
già
chiuso. Non si parla di onde modificate, sappiamo che Jaws e Tehaupoo
sono
già enormi, ma sicuramente la post produzione ha aiutato con qualche
trucchetto a rendere il tutto ancor più spettacolare.
Sono stati coinvolti anche professionsti di altre discipline,
troviamo
snowboard, wingsuits, motocross e free climbing.
Fra le varie cose girarono alcune scene di Point Break qui in Italia, mi sembra
in
Puglia per la precisione, e coinvolsero alcuni surfisti italiani.
Avevano
chiesto anche a me inizialmente, poi, così come ad altri che conoscono
non
hanno dato conferma. Probabilmente non avevano più bisogno, però sono
andato
vicino al comparire nel film, ammetto che mi avrebbe entusiasmato la
cosa.
Tornando a noi, nel parlare di questo film sono combattuto: se mi
riguardo
il trailer, siamo ad anni luce dall'originale. Dai protagonisti, all
atmosfera, le musiche (Over the edge degli L.A.Guns su tutte), il cast
in
generale (volti mitici come Pappas o il capo della polizia), la
California,
le sequenze ecc... E' un film che ha veramente segnato un periodo e
come
dicono molti, non se ne può fare un remake, al massimo un omaggio
(come
spero che sia questo!). Quello che è stato fatto con Point Break non li
si
potrà mai più rifare. Il plot è talmente interessante che è stato
copiato
pari pari da Fast and Furious, sostituendo al surf le corse in
macchina.
Dall'altra parte però vedo sequenze spettacolari e ben dirette,
attori
comunque interessanti, location scelte ottimamente in tutto il mondo
in
particolare in relazione agli sport estremi, e soprattutto tanto
surf.
Quindi cosa dire, sarà un film sicuramente più spettacolare rispetto
all
originale del punto di vista visivo, sarà un film gradevole e
interessante,
ma come gran parte dei remake, sarà molto lontano dall'originale. Certo
un
film va guardato per poterlo giudicare, ma penso di non sbagliarmi in
questa
mia prima impressione. Spero alla fine si rivelerà più un omaggio che
un
remake.
Anche perchè in generale non ha senso fare remake di film usciti a meno
di 50 anni di distanza.
domenica 23 agosto 2015
The amazing Spider-Dad
Quella che vi propongo non è proprio una recensione, ma più una storia, anche se alla fine il film avrà un voto.
Mike Wilson è un papà speciale, ha deciso di fare un regalo al figlio Jayden, quando a soli 4 anni gli è stato diagnosticato un tumore. Ha inventato l'amazing "Spider-Dad", il papà ragno che si prende cura di lui e combatte il crimine.
Purtroppo il piccolo è salito in cielo, lo scorso dicembre, ma il papà ha portato avanti in sua memoria la fondazione Hope From Jayden (speranza da Jayden) per aiutare altri bambini, e perchè da lassù, la memoria di suo figlio, sia sempre viva nel cuore delle persone.
Questo corto che potete vedere, è veramente bello e ben girato, soprattutto per essere indipendente.
Se dovessi dargli un voto, al di là di questo contesto, si meriterebbe un 8.
Se dobbiamo valutarlo all'interno del contesto, il cuore con cui è stato fatto, le motivazioni e lo spirito, il giudizio si alza.
Voto: 10
E ora guardate The Amazing SpiderDad!
Questo è il sito della fondazione https://www.justgiving.com/HopeFromJayden
Mike Wilson è un papà speciale, ha deciso di fare un regalo al figlio Jayden, quando a soli 4 anni gli è stato diagnosticato un tumore. Ha inventato l'amazing "Spider-Dad", il papà ragno che si prende cura di lui e combatte il crimine.
Purtroppo il piccolo è salito in cielo, lo scorso dicembre, ma il papà ha portato avanti in sua memoria la fondazione Hope From Jayden (speranza da Jayden) per aiutare altri bambini, e perchè da lassù, la memoria di suo figlio, sia sempre viva nel cuore delle persone.
Questo corto che potete vedere, è veramente bello e ben girato, soprattutto per essere indipendente.
Se dovessi dargli un voto, al di là di questo contesto, si meriterebbe un 8.
Se dobbiamo valutarlo all'interno del contesto, il cuore con cui è stato fatto, le motivazioni e lo spirito, il giudizio si alza.
Voto: 10
E ora guardate The Amazing SpiderDad!
Questo è il sito della fondazione https://www.justgiving.com/HopeFromJayden
Panasonic lx100 - la macchina col miglior rapporto qualità/prezzo sul mercato
Ho da poco recensito la Sony Rx100 IV, e scopro che in questa categoria esiste un'altra macchina molto simile, prodotta da Panasonic, che risulta essere non solo la rivale diretta, ma anche un'alternativa ben più economica, infatti, rispetto ai 1000€ della Sony, la lx100 di Panasonic si può trovare intorno ai 600€, prezzo che appunto rappresenta al momento, per le caratteristiche offre, il migliore sul mercato.
E' ormai palese che il mercato del video sia cambiato. Prima delle dslr per i video rivaleggiavano molte marche, poi è passato in mano a Canon, ora invece è chiaramente diviso fra Sony e Panasonic, i due marchi più innovativi e che propongono più intuizioni e novità a prezzi ottimi sul mercato.
Confrontandola con la Sony Rx100 IV le caratteristiche tecniche sono inferiori, gli slow motion per esempio qui non arrivano a più di 60fps, ma personalmente come tipo di immagine preferisco questa.
E così ecco che troviamo questa sorprendente macchina bridge (cioè macchina ad ottica fissa) con una qualità dell'immagine molto, in 4k. Vi invito subito a visionare questo video, girato a Yokohama:
Come potete vedere le immagini sono molto dettagliate e con i colori tipici delle macchine Panasonic, che si sa sono sempre stati fra i migliori.
L'ottica in dotazione, o per meglio dire, fissa, è una 24-75mm f1.7-2.8, quindi si ha il vantaggio di un'ottica di qualità rispetto agli standard delle bridge, tuttavia con un range relativamente corto, in quanto non possiamo avere un vero grandangolo (anche se probabilmente ne esisteranno di applicabili, come spesso accade per compatte, bridge, ecc...).
La macchina, nonostante la sua "sorella maggiore" Gh4 non ne soffra minimamente, ha dei problemi sia di moirè che di rolling shutter, quando si registra in 4k.
Altro bel video che ne mostra le caratteristiche è Venice 4k, cioè Venezia in ultraHD:
E' ormai palese che il mercato del video sia cambiato. Prima delle dslr per i video rivaleggiavano molte marche, poi è passato in mano a Canon, ora invece è chiaramente diviso fra Sony e Panasonic, i due marchi più innovativi e che propongono più intuizioni e novità a prezzi ottimi sul mercato.
Confrontandola con la Sony Rx100 IV le caratteristiche tecniche sono inferiori, gli slow motion per esempio qui non arrivano a più di 60fps, ma personalmente come tipo di immagine preferisco questa.
E così ecco che troviamo questa sorprendente macchina bridge (cioè macchina ad ottica fissa) con una qualità dell'immagine molto, in 4k. Vi invito subito a visionare questo video, girato a Yokohama:
Come potete vedere le immagini sono molto dettagliate e con i colori tipici delle macchine Panasonic, che si sa sono sempre stati fra i migliori.
L'ottica in dotazione, o per meglio dire, fissa, è una 24-75mm f1.7-2.8, quindi si ha il vantaggio di un'ottica di qualità rispetto agli standard delle bridge, tuttavia con un range relativamente corto, in quanto non possiamo avere un vero grandangolo (anche se probabilmente ne esisteranno di applicabili, come spesso accade per compatte, bridge, ecc...).
La macchina, nonostante la sua "sorella maggiore" Gh4 non ne soffra minimamente, ha dei problemi sia di moirè che di rolling shutter, quando si registra in 4k.
Altro bel video che ne mostra le caratteristiche è Venice 4k, cioè Venezia in ultraHD:
Mi è subito venuto spontaneo il paragone con Venezia, non in 4k ma in raw, girato con Black Magic Pocket:
Al di là del fatto che essendo girato da Philippe Bloom i movimenti di camera sono sublimi, e di contro che la color correction è troppo flat e non mi piace, si può notare che qualitativamente parlando le due macchine sono abbastanza vicine.
Vi invito a visionare questo test molto completo dove si possono vedere tutte le caratteristiche. Io personalmente non l'ho utilizzata quindi mi rifaccio a quanto dicono. E' il più completo che si può trovare in rete:
Riassumendo, se fra i pregi abbiamo una buona qualità di immagine e del controllo di questa, dall'altra troviamo un 4k non così convincente (problemi di moirè e rolling shutter, tengo a precisare, non presente su macchine di fascia più alta come Gh4) e il problema delle impostazioni che in parte non vengono salvate ma tornano in default. Altro problema è che non è così istantaneo settarla come una Gh4 per poterla usare come seconda camera.
Una macchina quindi consigliata a chi ne farebbe un utilizzo semi-professionale, a chi è alla ricerca di un'immagine di qualità, senza una spesa eccessiva, ma al tempo stesso che non cera una macchina completamente professionale.
giovedì 20 agosto 2015
Sony RX100 IV - Mirrorless a ottica fissa di alta qualità
Mi sono sempre piaciute per le foto le macchine bridge per la loro praticità, ma per il video le poche volte che le ho usate non ho avuto grandi risultati.
Le bridge altro non sono che macchine fotografiche di cui quelle recenti dotate di funzioni video all'avanguardia, con riprese in full HD o anche 4k, con un ottica fissa.
Costano solitamente quanto un corpo macchina, ma includono un'ottica.
Per i video, in linea di massima non danno mai grandi risultati, questo perchè l'ottica in dotazione, per poter ammortizzare i costi, è solitamente di bassa fascia e viene prodotta in serie integrandola al corpo macchina (che non avendo un attacco per poter cambiare le ottiche, abbatte ulteriormente i costi). Solitamente l'equivalente delle bridge nel campo video è dato dalle Handycam, macchine palmari ormai diffuse da tantissimi anni, che spesso soffrono dello stesso problema, cioè l'ottica fissa.
Parliamo chiaramente nella ricerca professionale dell'immagine di alta qualità, in quanto per hobby o riprese anche professionali (ma non molto cinematografiche) possono essere sufficienti.
Sony, che è quasi sempre innovatrice sul mercato delle videocamere, ci porta la RX100 IV, una compatta con ottica fissa che sembra avere una qualità maggiore di tutte le sue concorrenti, proprio grazie ad un'ottica di qualità superiore, rispetto alla media delle bridge.
L'ottica in questione, è una 24-70mm equivalent F1.8-2.8, che era già stata impiegata sulla III, la versione precedente, ma senza essere sfruttata appieno, soprattutto dalle funzioni, come nella IV.
Non sono un fotografo (se non per hobby), quindi esaminerò la macchina sotto l'aspetto video, come faccio anche nelle altre mie recensioni.
E' possibile ottenere anche un buon DOF (sfocatura dello sfondo) cosa che è difficile da ottenere con ottiche fisse solitamente, proprio per via della scarsa apertura del diaframma, che qui invece troviamo fino a 1.8 in alcuni settaggi. L'unico difetto è che 70mm come gittata massima senza poter cambiare ottica limita le possibilità di ripresa.
La macchina può registrare in 4k, ma solo per 5 minuti al massimo. Può anche registrare dei rallenty non da poco, dicono fino a 1000 fps, anche se dai test mi sembrano molti meno, ma sono ugualmente dei rallenty notevoli. Il problema in questo caso è la batteria, che già di suo si consuma velocemente, e quando si fanno rallenty scende con una velocità impressionante. A causa della sua dimensione quando si utilizza ad alte performance (rallenty o 4k) tende a scaldarsi molto, ma continua a funzionare anche se compare l'allarme. Il sensore è 1 inch (equivalente di 16mm).
E' possibile personalizzare i comandi e, come nella gh4, le impostazioni sono video-friendly, si possono quindi settare in modo comodo per i video parametri come il peaking, lo zebra, i filtri ND, ecc.. Il moirè è molto basso, e anche il rolling shutter (problema che purtroppo affligge anche le migliori macchine Sony) è ridotto, ma evidente quando si fanno panoramiche in 4k.
La macchina per il prezzo che ha è notevole. Certo ha tutti i limiti di una bridge ben visibili dalla colorometria, ai bianchi e neri (soprattutto ai controluce molto scuri e con perdita di dettagli) e al fatto di avere un'unica ottica in dotazione, ma per chi vuole una buona macchina e un buon compresso con una resa comunque professionale (o per meglio dire semi-professionale).
Certo che in ogni caso è pur sempre una bridge a 1000€, e con poco di più si possono acquistare macchine professionali come GH4 o Sony A7S, ma avere tutto pronto per l'uso come in questa, non è da poco
Questo è il sito ufficiale per le altre caratteristiche:
http://www.sony.net/Products/di/en-us/products/f5kd/
A seconda di dove l'acquistate potete trovarla da circa 900€ (Hong Kong) fino a 1.000 o poco più con garanzia Sony Italia.
Ecco qualche clip di esempio:
questo è un video girato con un set organizzato e con un'immagine che ha subito un certo grading
questo è un test realizzato da Sony. E' un test molto "onesto" in quanto non mostra la macchina utilizzata con movimenti tecnici in un set preparato, come spesso accade, ma in riprese molto più di comune utilizzo,
Le bridge altro non sono che macchine fotografiche di cui quelle recenti dotate di funzioni video all'avanguardia, con riprese in full HD o anche 4k, con un ottica fissa.
Costano solitamente quanto un corpo macchina, ma includono un'ottica.
Per i video, in linea di massima non danno mai grandi risultati, questo perchè l'ottica in dotazione, per poter ammortizzare i costi, è solitamente di bassa fascia e viene prodotta in serie integrandola al corpo macchina (che non avendo un attacco per poter cambiare le ottiche, abbatte ulteriormente i costi). Solitamente l'equivalente delle bridge nel campo video è dato dalle Handycam, macchine palmari ormai diffuse da tantissimi anni, che spesso soffrono dello stesso problema, cioè l'ottica fissa.
Parliamo chiaramente nella ricerca professionale dell'immagine di alta qualità, in quanto per hobby o riprese anche professionali (ma non molto cinematografiche) possono essere sufficienti.
Sony, che è quasi sempre innovatrice sul mercato delle videocamere, ci porta la RX100 IV, una compatta con ottica fissa che sembra avere una qualità maggiore di tutte le sue concorrenti, proprio grazie ad un'ottica di qualità superiore, rispetto alla media delle bridge.
L'ottica in questione, è una 24-70mm equivalent F1.8-2.8, che era già stata impiegata sulla III, la versione precedente, ma senza essere sfruttata appieno, soprattutto dalle funzioni, come nella IV.
Non sono un fotografo (se non per hobby), quindi esaminerò la macchina sotto l'aspetto video, come faccio anche nelle altre mie recensioni.
E' possibile ottenere anche un buon DOF (sfocatura dello sfondo) cosa che è difficile da ottenere con ottiche fisse solitamente, proprio per via della scarsa apertura del diaframma, che qui invece troviamo fino a 1.8 in alcuni settaggi. L'unico difetto è che 70mm come gittata massima senza poter cambiare ottica limita le possibilità di ripresa.
La macchina può registrare in 4k, ma solo per 5 minuti al massimo. Può anche registrare dei rallenty non da poco, dicono fino a 1000 fps, anche se dai test mi sembrano molti meno, ma sono ugualmente dei rallenty notevoli. Il problema in questo caso è la batteria, che già di suo si consuma velocemente, e quando si fanno rallenty scende con una velocità impressionante. A causa della sua dimensione quando si utilizza ad alte performance (rallenty o 4k) tende a scaldarsi molto, ma continua a funzionare anche se compare l'allarme. Il sensore è 1 inch (equivalente di 16mm).
E' possibile personalizzare i comandi e, come nella gh4, le impostazioni sono video-friendly, si possono quindi settare in modo comodo per i video parametri come il peaking, lo zebra, i filtri ND, ecc.. Il moirè è molto basso, e anche il rolling shutter (problema che purtroppo affligge anche le migliori macchine Sony) è ridotto, ma evidente quando si fanno panoramiche in 4k.
La macchina per il prezzo che ha è notevole. Certo ha tutti i limiti di una bridge ben visibili dalla colorometria, ai bianchi e neri (soprattutto ai controluce molto scuri e con perdita di dettagli) e al fatto di avere un'unica ottica in dotazione, ma per chi vuole una buona macchina e un buon compresso con una resa comunque professionale (o per meglio dire semi-professionale).
Certo che in ogni caso è pur sempre una bridge a 1000€, e con poco di più si possono acquistare macchine professionali come GH4 o Sony A7S, ma avere tutto pronto per l'uso come in questa, non è da poco
Questo è il sito ufficiale per le altre caratteristiche:
http://www.sony.net/Products/di/en-us/products/f5kd/
A seconda di dove l'acquistate potete trovarla da circa 900€ (Hong Kong) fino a 1.000 o poco più con garanzia Sony Italia.
Ecco qualche clip di esempio:
questo è un video girato con un set organizzato e con un'immagine che ha subito un certo grading
questo è un test realizzato da Sony. E' un test molto "onesto" in quanto non mostra la macchina utilizzata con movimenti tecnici in un set preparato, come spesso accade, ma in riprese molto più di comune utilizzo,
questo invece è un test del rallenty
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sabato 1 agosto 2015
Articolo su 4Surf
Sono molto contento, questa è per me una grande soddisfazione... Mi hanno dedicato un articolo di due pagine su 4Surf di luglio,
Per chi non lo sapesse, è da circa 13 che pratico il surf, una splendida disciplina, da cui non si finisce mai di imparare. Con costanza, dedizione e voglia di progredire non sono 13 anni, ma diciamo 6 o 7, anni nei quali di tanto in tanto le mie foto comparivano nelle riviste.
Ora, dopo tanto impegno anche da parte dei miei fotografi come Ross, Lambert, Rita, ecc... sono riuscito ad avere un'intervista su 4Surf, la rivista di riferimento del surf italiano.
Siamo tutti onorati e soddisfatti di questo traguardo, io in primis, e poi lo staff di Surfproject.it che mi supporta.
Allora che aspettate? Andate in edicola! ;)
Per chi non lo sapesse, è da circa 13 che pratico il surf, una splendida disciplina, da cui non si finisce mai di imparare. Con costanza, dedizione e voglia di progredire non sono 13 anni, ma diciamo 6 o 7, anni nei quali di tanto in tanto le mie foto comparivano nelle riviste.
Ora, dopo tanto impegno anche da parte dei miei fotografi come Ross, Lambert, Rita, ecc... sono riuscito ad avere un'intervista su 4Surf, la rivista di riferimento del surf italiano.
Siamo tutti onorati e soddisfatti di questo traguardo, io in primis, e poi lo staff di Surfproject.it che mi supporta.
Allora che aspettate? Andate in edicola! ;)
sabato 20 giugno 2015
Recensione film: Jurassic World
Jurassic World è il quarto episodio della fortunata saga di Jurassic Park, il cui primo film rappresenta un capolavoro assoluto della storia del cinema, uscito nel 1993 e vincitore di 3 premi Oscar, e che ha dato il via ad un fortunato brand e relativo merchandising.
Ripercorriamo un po' la storia di Jurassic Park.
Nel 1993 esce il primo film, tratto dall'omonimo romanzo bestseller di Michael Crichton. La storia la sanno tutti, ovvero quella del gruppo composto dai mitici Alan Grant e sua moglie, Ian Malcom,e i due bambini, che deve "testare" il parco, situato su un'isola, Isla Nubar, prima dell'apertura, un parco di dinosauri, progettato dal miliardario John Hammond. Al suo interno non vengono creati solo pacifici erbivori, ma anche carnivori come i velociraptor e il t-rex, ed è proprio a causa loro che, in seguito a malfunzionamenti, la gita si trasformerà in un incubo per la sopravvivenza, e si deciderà di non aprire il parco.
Nel 1995 Crichton scrive il sequel, The Lost World - Il mondo perduto, e 2 anni dopo arriverà anche il relativo film.
Quattro anni dopo l'esperimento del Jurassic Park andato male, Hammond manda una squadra composta da Ian Malcom e altri membri, per realizzare un documentario su Isla Sorna, il "sito B", un luogo in cui i dinosauri venivano fatti crescere prima di essere trasportati nel parco sull'altra isola. Nel frattempo anche il nipote di Hammond, in disaccordo con lo zio, ha mandato una squadra di militare per catturare i dinosauri e creare un nuovo parco. Dopo tante peripezie si arriverà persino al t-rex che sbarca a San Diego e verrà ricatturato da Ian.
Infine nel terzo film, Jurassic Park III, del 2001, ritroviamo Alan Grant che deve aiutare una coppia di ricchi signori, per fare un tour guidato dell'isola, ma in realtà si scopre che il loro scopo è quello di recuperare il figlio smarrito proprio su quell'isola.
E dopo questa doverosa introduzione, passiamo a Jurassic World.
Sono passati 22 anni dal primo Jurassic Park, sia nella realtà, che nella trama del film.
John Hammond è passato a miglior vita (e anche questo, sia nella realtà, che nella trama del film!) e ora uno degli uomini più ricchi del mondo, Masrani, porta avanti il sogno di Hammond, e apre il parco al pubblico. Troviamo alcuni nuovi dinosauri, fra i quali l'enorme mesosauro, dinosauro acquatico, gli ankylosauri, e non mancano le vecchie conoscenze come t-rex, velociraptor, brontosauri, stegosauri, ecc...
I nipoti della direttrice del parco, Claire, colgono occasione per rivedere la zia dopo vari anni, e fare un giro del parco. Nel frattempo stanno creando l' I-Rex (indominus rex), una sorta di tirannosauro modificato che unisce le caratteristiche di diversi dinosauri fra cui anche i velociraptor, e vari animali. E' proprio questo nuovo ibrido genetico a creare scompiglio fuggendo dalla propria recinzione e a mettere sottosopra il parco, ancora aperto e con i visitatori.
Verrà fermato dalla cooperazione di Claire, dei suoi nipoti, due ragazzi molto in gamba e molto uniti come fratelli, e da Owen (Chris Pratt, Starlord di Guardiani della galassia), un marine che nel parco addestra i velociraptor, insieme al suo amico Barry (Omar Sy).
E saranno proprio i suoi raptor, a salvare la situazione alla fine del film, per riconoscenza verso l'addestratore.
Vediamo ora gli aspetti tecnici e artistici del film:
fotografia e regia richiamano gli anni '90/2000, e questo mi fa molto piacere, in generale il modo di girare di quegli anni era più realistico e superiore, in linea di massima, rispetto ai film moderni dove tutto sembra finto e spesso e volentieri troppo pompato di computer grafica.
E invece qui troviamo cg solo dove serve, tanti set, tante cose vere, bei controluce e fotografia d'atmosfera.
Gli attori sono stati molto bravi, interpretazioni convincenti, e il gruppo dei protagonisti è decisamente carismatico e interessante.
I problemi principali del film sono due: la sceneggiatura e i dinosauri. La sceneggiatura nella prima metà è perfetta, ma dal secondo tempo in poi diventa abbastanza noiosa, scontata, e presenta situazioni gratuite (per esempio il gruppo di militari capitanati da un incapace, e la morte della ragazza a cui erano stati affidati i nipoti di Claire, che finisce prima allo pterodattilo, e poi insieme allo pterodattilo in bocca al mesosauro. E in generale tutto l'attacco degli pterodattili è decisamente trash e noioso) per non parlare di tutta la confusione che si crea fra il dr.Wu (che ritroviamo dal primo Jurassic Park), i militari, Masrani, e il tutto legato da scene pressochè inutili. Ma il vero problema sono i dinosauri: non sotto l'aspetto tecnico, anzi quello è meraviglioso, sembrano veri, quanto sotto l'aspetto del pericolo, della tensione.
Nella prima parte li fanno vedere il giusto, arrivano piano piano, si scoprono poco a poco. Ma nella seconda parte sembrano quasi tutti delle marionette.
Nel primo film i raptor e il t-rex erano micidiali, un solo dinosauro bastava a mettere in difficoltà tante persone. Saltavano fuori di nascosto, quando meno te lo aspetti. Ora invece rispetto all'i-rex sembrano tutti animaletti mansueti. Non spaventano, sembrano quasi innocui. Nel finale, per quanto sia bella la scena, Claire corre inseguita da un t-rex. Ma ci ricordiamo nei primi film i disastri che fa un t-rex?? E qui invece sembra un bonaccione rispetto all'i-rex. Proprio non ci siamo. Anni di terrore saurino buttati via, questi non sono i dinosauri del "Park"!
Facendo un confronto con la saga, siamo anni luce dal fascino del primo film, e siamo anche lontani da Lost World. Diciamo che è circa equivalente al terzo capitolo della saga.
Se fosse stato scritto meglio, con i personaggi che aveva, gli effetti e la regia, poteva arrivare al livello di Lost World, o persino superarlo, ma invece ci troviamo dinnanzi ad un film, che è più che altro un tributo alla saga, e come dicevo, qualitativamente, raggiunge appena Jurassic Park 3.
Nel complesso risulta divertente, se non soffrisse del confronto con la saga, arriverebbe anche a 7, ma vista "l'eredità" di cui si fa carico, più di 6 e mezzo non può prendere.
Voto: 6+
Ripercorriamo un po' la storia di Jurassic Park.
Nel 1993 esce il primo film, tratto dall'omonimo romanzo bestseller di Michael Crichton. La storia la sanno tutti, ovvero quella del gruppo composto dai mitici Alan Grant e sua moglie, Ian Malcom,e i due bambini, che deve "testare" il parco, situato su un'isola, Isla Nubar, prima dell'apertura, un parco di dinosauri, progettato dal miliardario John Hammond. Al suo interno non vengono creati solo pacifici erbivori, ma anche carnivori come i velociraptor e il t-rex, ed è proprio a causa loro che, in seguito a malfunzionamenti, la gita si trasformerà in un incubo per la sopravvivenza, e si deciderà di non aprire il parco.
Nel 1995 Crichton scrive il sequel, The Lost World - Il mondo perduto, e 2 anni dopo arriverà anche il relativo film.
Quattro anni dopo l'esperimento del Jurassic Park andato male, Hammond manda una squadra composta da Ian Malcom e altri membri, per realizzare un documentario su Isla Sorna, il "sito B", un luogo in cui i dinosauri venivano fatti crescere prima di essere trasportati nel parco sull'altra isola. Nel frattempo anche il nipote di Hammond, in disaccordo con lo zio, ha mandato una squadra di militare per catturare i dinosauri e creare un nuovo parco. Dopo tante peripezie si arriverà persino al t-rex che sbarca a San Diego e verrà ricatturato da Ian.
Infine nel terzo film, Jurassic Park III, del 2001, ritroviamo Alan Grant che deve aiutare una coppia di ricchi signori, per fare un tour guidato dell'isola, ma in realtà si scopre che il loro scopo è quello di recuperare il figlio smarrito proprio su quell'isola.
E dopo questa doverosa introduzione, passiamo a Jurassic World.
Sono passati 22 anni dal primo Jurassic Park, sia nella realtà, che nella trama del film.
John Hammond è passato a miglior vita (e anche questo, sia nella realtà, che nella trama del film!) e ora uno degli uomini più ricchi del mondo, Masrani, porta avanti il sogno di Hammond, e apre il parco al pubblico. Troviamo alcuni nuovi dinosauri, fra i quali l'enorme mesosauro, dinosauro acquatico, gli ankylosauri, e non mancano le vecchie conoscenze come t-rex, velociraptor, brontosauri, stegosauri, ecc...
I nipoti della direttrice del parco, Claire, colgono occasione per rivedere la zia dopo vari anni, e fare un giro del parco. Nel frattempo stanno creando l' I-Rex (indominus rex), una sorta di tirannosauro modificato che unisce le caratteristiche di diversi dinosauri fra cui anche i velociraptor, e vari animali. E' proprio questo nuovo ibrido genetico a creare scompiglio fuggendo dalla propria recinzione e a mettere sottosopra il parco, ancora aperto e con i visitatori.
Verrà fermato dalla cooperazione di Claire, dei suoi nipoti, due ragazzi molto in gamba e molto uniti come fratelli, e da Owen (Chris Pratt, Starlord di Guardiani della galassia), un marine che nel parco addestra i velociraptor, insieme al suo amico Barry (Omar Sy).
E saranno proprio i suoi raptor, a salvare la situazione alla fine del film, per riconoscenza verso l'addestratore.
Vediamo ora gli aspetti tecnici e artistici del film:
fotografia e regia richiamano gli anni '90/2000, e questo mi fa molto piacere, in generale il modo di girare di quegli anni era più realistico e superiore, in linea di massima, rispetto ai film moderni dove tutto sembra finto e spesso e volentieri troppo pompato di computer grafica.
E invece qui troviamo cg solo dove serve, tanti set, tante cose vere, bei controluce e fotografia d'atmosfera.
Gli attori sono stati molto bravi, interpretazioni convincenti, e il gruppo dei protagonisti è decisamente carismatico e interessante.
I problemi principali del film sono due: la sceneggiatura e i dinosauri. La sceneggiatura nella prima metà è perfetta, ma dal secondo tempo in poi diventa abbastanza noiosa, scontata, e presenta situazioni gratuite (per esempio il gruppo di militari capitanati da un incapace, e la morte della ragazza a cui erano stati affidati i nipoti di Claire, che finisce prima allo pterodattilo, e poi insieme allo pterodattilo in bocca al mesosauro. E in generale tutto l'attacco degli pterodattili è decisamente trash e noioso) per non parlare di tutta la confusione che si crea fra il dr.Wu (che ritroviamo dal primo Jurassic Park), i militari, Masrani, e il tutto legato da scene pressochè inutili. Ma il vero problema sono i dinosauri: non sotto l'aspetto tecnico, anzi quello è meraviglioso, sembrano veri, quanto sotto l'aspetto del pericolo, della tensione.
Nella prima parte li fanno vedere il giusto, arrivano piano piano, si scoprono poco a poco. Ma nella seconda parte sembrano quasi tutti delle marionette.
Nel primo film i raptor e il t-rex erano micidiali, un solo dinosauro bastava a mettere in difficoltà tante persone. Saltavano fuori di nascosto, quando meno te lo aspetti. Ora invece rispetto all'i-rex sembrano tutti animaletti mansueti. Non spaventano, sembrano quasi innocui. Nel finale, per quanto sia bella la scena, Claire corre inseguita da un t-rex. Ma ci ricordiamo nei primi film i disastri che fa un t-rex?? E qui invece sembra un bonaccione rispetto all'i-rex. Proprio non ci siamo. Anni di terrore saurino buttati via, questi non sono i dinosauri del "Park"!
Facendo un confronto con la saga, siamo anni luce dal fascino del primo film, e siamo anche lontani da Lost World. Diciamo che è circa equivalente al terzo capitolo della saga.
Se fosse stato scritto meglio, con i personaggi che aveva, gli effetti e la regia, poteva arrivare al livello di Lost World, o persino superarlo, ma invece ci troviamo dinnanzi ad un film, che è più che altro un tributo alla saga, e come dicevo, qualitativamente, raggiunge appena Jurassic Park 3.
Nel complesso risulta divertente, se non soffrisse del confronto con la saga, arriverebbe anche a 7, ma vista "l'eredità" di cui si fa carico, più di 6 e mezzo non può prendere.
Voto: 6+
domenica 31 maggio 2015
Recensione film: Non escludo il ritorno
"Non escludo il ritorno" è il titolo del film biografia su Franco Califano diretto da Stefano Calvagna.
Il titolo è lo stesso del brano presentato dall'artista al Festival di Sanremo 2005 e dell'album pubblicato nello stesso anno.
E' un film che ho avuto il piacere di vedere in un evento speciale, in cui subito dopo la proiezione, è seguito il gradevole spettacolo, diretto da Pietro Genuardi, in cui veniva raccontata la storia del cantate, alternata a delle sue canzoni, reinterpretate in una splendida chiave jazz (il film era già uscito nelle sale il 6 novembre 2014).
Lo spettacolo permetteva anche di far conoscere al pubblico, molte canzoni rese celebri da altri cantanti, ma che in pochi sanno, scritte proprio da Franco.
Il film inizia con la stessa scena che vedremo in chiusura, ed è quindi tutto un flashback che racconta non tutta la vita del cantautore, ma una parte di vita di lui, che ci fa percepire il suo lato romantico, il suo essere legato agli amici, e la sua apertura ai fans, insomma la sua parte più umana.
Perchè come ho detto prima, io non conosco tanto questo personaggio, ma mi è bastato il film, per capire quanto fosse carismatico e stimabile.
Interessanti i vari camei nel film, su tutti chiaramente Michael Madsen, ma non solo, la scelta del cast da parte di Stefano è stata molto accurata, oltre a comparire lui stesso nel cast, troviamo Enzo Salvi (che dimostra di non essere solo bravo a far ridere, ma di risultare molto bravo anche in un ruolo a realistico e a tratti drammatico, come questo dell'agente di Califano), Saverio Vallone (noto attore in particolare negli anni '80 di fiction, cinema e teatro), Nadia Rinaldi (icona della commedia italiana degli anni '90), Franco Oppini (altra icona della commedia anni '80/'90) oltre ai camei di Ascanio Pacelli (il nobile del Grande Fratello), e dei due ex calciatori Giuseppe Wilson e Luigi Di Biagio.
Voto: 8
Il titolo è lo stesso del brano presentato dall'artista al Festival di Sanremo 2005 e dell'album pubblicato nello stesso anno.
E' un film che ho avuto il piacere di vedere in un evento speciale, in cui subito dopo la proiezione, è seguito il gradevole spettacolo, diretto da Pietro Genuardi, in cui veniva raccontata la storia del cantate, alternata a delle sue canzoni, reinterpretate in una splendida chiave jazz (il film era già uscito nelle sale il 6 novembre 2014).
Lo spettacolo permetteva anche di far conoscere al pubblico, molte canzoni rese celebri da altri cantanti, ma che in pochi sanno, scritte proprio da Franco.
E io non sono di questi pochi, premetto infatti che non conosco più di tanto questo cantante, lo ammetto.
Conosco i brani più celebri, conosco il personaggio, so che è mitico, ma guardo questo film senza uno spirito critico nei confronti della fedeltà, rispetto a ciò che è la storia.
La cosa è in realtà irrilevante, poichè questa fedeltà la si può approvare a priori, in quanto la sceneggiatura è stata scritta con la collaborazione degli amici più stretti del "Califfo" (così veniva chiamato), fra i quali figura lo stesso regista, Stefano Calvagna, tanto che lo stesso cantautore lo volle alla regia del suo primo concerto ripreso e pubblicato in dvd (Franco Califano anniversario, fra l'altro anche citato nel film) in occasione dei 70 anni di Franco. Questo ha permesso di portare in scena una storia fedele alla realtà dei fatti, in alcuni punti del tutto inedita al grande pubblico.
-Attenzione contiene spoiler-Conosco i brani più celebri, conosco il personaggio, so che è mitico, ma guardo questo film senza uno spirito critico nei confronti della fedeltà, rispetto a ciò che è la storia.
La cosa è in realtà irrilevante, poichè questa fedeltà la si può approvare a priori, in quanto la sceneggiatura è stata scritta con la collaborazione degli amici più stretti del "Califfo" (così veniva chiamato), fra i quali figura lo stesso regista, Stefano Calvagna, tanto che lo stesso cantautore lo volle alla regia del suo primo concerto ripreso e pubblicato in dvd (Franco Califano anniversario, fra l'altro anche citato nel film) in occasione dei 70 anni di Franco. Questo ha permesso di portare in scena una storia fedele alla realtà dei fatti, in alcuni punti del tutto inedita al grande pubblico.
Il film inizia con la stessa scena che vedremo in chiusura, ed è quindi tutto un flashback che racconta non tutta la vita del cantautore, ma una parte di vita di lui, che ci fa percepire il suo lato romantico, il suo essere legato agli amici, e la sua apertura ai fans, insomma la sua parte più umana.
Perchè come ho detto prima, io non conosco tanto questo personaggio, ma mi è bastato il film, per capire quanto fosse carismatico e stimabile.
In aggiunta anche alcuni spunti, alcuni simboli, che fanno capire che fosse anche spirituale, come il quadro, realmente presente nella sua casa, che raffigura Cristo sulla croce.
Durante questo flashback quindi, assisteremo ad una serie di situazioni del cantante che riportano ad un momento di calo nella sua carriera, probabilmente l'unico, perchè Califano con oltre 20 milioni di dischi venduti è uno dei cantanti più importanti della musica italiana di tutti i tempi.
E vediamo quindi il suo agente e i suoi collaboratori che fanno di tutto per farlo lavorare, da locali a ristoranti con serate tutte le sere, per poter guadagnare bene. Fino ad un episodio in cui un importante organizzatore di eventi, l'americano Paul Hummel (interpretato niente meno che da Michael Madsen, interprete di decine e decine di successi internazionali con registi del calibro di Oliver Stone, Ridley Scott e Tarantino), decide di fargli fare delle importanti esibizioni per esempio a New York (mi sembra per la precisione a Madison Square). In realtà in secondo luogo per l'importanza del personaggio che è Franco, ma più perchè si scopre un aneddoto interessante, e cioè che il padre del cantautore, avrebbe salvato il padre dell'organizzatore di eventi, durante la seconda guerra mondiale, e quindi per gratitudine verso la sua famiglia, l'avrebbe aiutato a ritornare alla ribalta, con questi eventi internazionali.
Durante questo flashback quindi, assisteremo ad una serie di situazioni del cantante che riportano ad un momento di calo nella sua carriera, probabilmente l'unico, perchè Califano con oltre 20 milioni di dischi venduti è uno dei cantanti più importanti della musica italiana di tutti i tempi.
E vediamo quindi il suo agente e i suoi collaboratori che fanno di tutto per farlo lavorare, da locali a ristoranti con serate tutte le sere, per poter guadagnare bene. Fino ad un episodio in cui un importante organizzatore di eventi, l'americano Paul Hummel (interpretato niente meno che da Michael Madsen, interprete di decine e decine di successi internazionali con registi del calibro di Oliver Stone, Ridley Scott e Tarantino), decide di fargli fare delle importanti esibizioni per esempio a New York (mi sembra per la precisione a Madison Square). In realtà in secondo luogo per l'importanza del personaggio che è Franco, ma più perchè si scopre un aneddoto interessante, e cioè che il padre del cantautore, avrebbe salvato il padre dell'organizzatore di eventi, durante la seconda guerra mondiale, e quindi per gratitudine verso la sua famiglia, l'avrebbe aiutato a ritornare alla ribalta, con questi eventi internazionali.
E nelle situazioni che vediamo, non lavorative, Franco è sempre molto romantico e molto umano.
All'inizio del film c'è una sua fan, che gli viene presentata dietro le quinte, e a seguito del concerto va a casa con lui. Il modo in cui la corteggia e le chiede di andare al piano di sopra, logicamente per passarvici la notte, è carino, non è arrogante, e mostra appunto questo lato romantico del personaggio, che si poneva sempre in maniera molto umana con le persone.
Fosse per conquistare una ragazza, o per invitare a casa propria i fans conosciuti poco prima ad un concerto, o l'andare a trovare i suoi amici in una parrocchia... O anche quando si ferma a salutare le prostitute vicino a casa sua, e rimane male vedendo che una di queste fa uso di cocaina.
Fosse per conquistare una ragazza, o per invitare a casa propria i fans conosciuti poco prima ad un concerto, o l'andare a trovare i suoi amici in una parrocchia... O anche quando si ferma a salutare le prostitute vicino a casa sua, e rimane male vedendo che una di queste fa uso di cocaina.
In particolare nel finale, quando vediamo l'affezionamento alla sua amica Luna, e la paura di restare solo, lui che è sempre stato circondato da amici, fans e tante persone. Un uomo legato al successo non per il gusto di avere successo, o per l'essere superiore agli altri, no, ma per dare a tutti le sue canzoni, farli sognare, e coinvolgere gli altri, far parte degli altri. Un amico di tutti insomma. Grande personaggio, la cui scomparsa viene mostrata anche qui in chiave romantica, alla fine del film, dove allontanandosi dice "non escudo il ritorno", frase fra l'altro incisa sulla sua lapide.
Interessanti i vari camei nel film, su tutti chiaramente Michael Madsen, ma non solo, la scelta del cast da parte di Stefano è stata molto accurata, oltre a comparire lui stesso nel cast, troviamo Enzo Salvi (che dimostra di non essere solo bravo a far ridere, ma di risultare molto bravo anche in un ruolo a realistico e a tratti drammatico, come questo dell'agente di Califano), Saverio Vallone (noto attore in particolare negli anni '80 di fiction, cinema e teatro), Nadia Rinaldi (icona della commedia italiana degli anni '90), Franco Oppini (altra icona della commedia anni '80/'90) oltre ai camei di Ascanio Pacelli (il nobile del Grande Fratello), e dei due ex calciatori Giuseppe Wilson e Luigi Di Biagio.
Il protagonista è Gianfranco Butinar, un attore comico e imitatore, che funziona bene nella parte, e ha conferito bene al personaggio, quello che il film vuole mandare, cioè il lato romantico e umano di Califano.
Dal punto di vista tecnico il film è girato molto bene, con uno stile dinamico quando serve, più lento quando c'è da sottolineare un momento romantico o drammatico.
Ora veniamo alle poche critiche che posso fare al film: prima di tutto la fotografia. Non critico la fotografia in toto, anzi, questa è molto buona, ma il fatto che sia altalenante. Nella maggior parte delle scene è molto buona, in alcune è da film americano, ma purtroppo in altre appare minima e per nulla curata. Altro difetto è la scena dove Ivano, l'amico e membro dello staff di Califano, fa uso di cocaina in macchina. D'accordo questa scena serviva probabilmente a criticare il personaggio, a livello "biografico" ma a livello cinematografico non funziona, spezza in modo errato il ritmo del film allontanando dalla trama e dal mood principale.
Infine, piccola critica a Butinar, che seppur bravissimo in alcune circostanze sembrava più imitatore che interprete. Anche se questo lo si nota in un paio di scene non di più.
Questi difetti che ho elencato sono un po' "il pelo nell'uovo" e non pesano minimamente su un film che è complessivamente molto bello, e che dovrebbe servire da spunto per i film biografici e per il nostro cinema. Sono troppo pochi, spesso sono destinati alla tv (che in Italia sappiamo, ha più soldi ed è spesso superiore al cinema). La gente deve conoscere questi che sono i personaggi importanti, che hanno fatto la nostra storia, la nostra cultura, siano essi storici o dello spettacolo. E vanno raccontati bene, come ha saputo fare Calvagna in questo film.
Ora veniamo alle poche critiche che posso fare al film: prima di tutto la fotografia. Non critico la fotografia in toto, anzi, questa è molto buona, ma il fatto che sia altalenante. Nella maggior parte delle scene è molto buona, in alcune è da film americano, ma purtroppo in altre appare minima e per nulla curata. Altro difetto è la scena dove Ivano, l'amico e membro dello staff di Califano, fa uso di cocaina in macchina. D'accordo questa scena serviva probabilmente a criticare il personaggio, a livello "biografico" ma a livello cinematografico non funziona, spezza in modo errato il ritmo del film allontanando dalla trama e dal mood principale.
Infine, piccola critica a Butinar, che seppur bravissimo in alcune circostanze sembrava più imitatore che interprete. Anche se questo lo si nota in un paio di scene non di più.
Questi difetti che ho elencato sono un po' "il pelo nell'uovo" e non pesano minimamente su un film che è complessivamente molto bello, e che dovrebbe servire da spunto per i film biografici e per il nostro cinema. Sono troppo pochi, spesso sono destinati alla tv (che in Italia sappiamo, ha più soldi ed è spesso superiore al cinema). La gente deve conoscere questi che sono i personaggi importanti, che hanno fatto la nostra storia, la nostra cultura, siano essi storici o dello spettacolo. E vanno raccontati bene, come ha saputo fare Calvagna in questo film.
Voto: 8
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