Tatuaggi e cristianesimo
Cosa dice la nostra religione a proposito dei tatuaggi? Ci si può tatuare? O si sta facendo qualcosa di sbagliato?
Si parla molto poco di tatuaggi all'interno della Bibbia, ci sono delle piccole frasi a riguardo, ma non ci si può fermare ad una semplice lettura “alla lettera”, i testi sacri, in particolare il Vecchio Testamento, sono da interpretare, ma soprattutto da adattare al contesto storico e alla locazione di scrittura.
E sulla base di queste, ho letto molte opinioni diverse su ciò che riguarda il tatuarsi e l'essere cristiani, per cui ciò che scriverò non è “vangelo”, ma è frutto di un'opinione personale che si è formata leggendo quanto dicono dei teologi a riguardo, ciò che mi hanno detto dei preti a riguardo, e anche frutto del buon senso e della cultura in generale.
Partiamo col definire cosa sia un tatuaggio e da dove sia l'origine dei tatuaggi:
di base un tatuaggio altro non è che una tecnica di decorazione pittorica corporale dell'uomo.
Un tatuaggio nasce per essere duraturo, praticamente per tutta la vita, poi esistono tecniche di tatuaggi semi-permanenti.
La tecnica consiste con l'inserire un particolare tipo di inchiostro sotto pelle, per l'esattezza sotto l'epidermide, prima con tecniche primitive (nelle culture polinesiane, dove su richiesta si possono ancora fare, o da chi ne conosce le tecniche, tramite un ago e un martelletto) poi con macchine sempre più all'avanguardia e sicure.
Una forma differente di tatuaggi consisteva nell'incidere la pelle, creando dei solchi che rappresentano un disegno. Questa tecnica si chiama “scarificazione” e non è propriamente un tatuaggio, ma in ogni caso una forma simile di decoro sulla pelle.
Sicurezza
Farsi un tatuaggio da un tatuare certificato, professionista, quindi non improvvisato e che rispetta tutte le norme di igene, salvo particolari forme di allergie o problemi epidermici, non ha nessuna controindicazione e non da problemi nel tempo.
Storicamente
Ma quando sono nati i tatuaggi? Difficile definirlo con precisione, ma fra i più antichi che conosciamo, ci sono tatuaggi che sono stati ritrovati sulla mummia dell'"uomo di Pazyryk" nell'Asia, o anche nella Mummia dell'Altai, la principessa di Ukok, databile intorno al 500 a.C.
In altre culture, come quella islamica,
non troviamo tatuaggi in quanto erano proibiti. Lo stesso vale per la
cultura ebraica
Nelle culture delle isole pacifiche e anche nelle
culture africane i tatuaggi erano molto diffusi, anche se è
difficile stabilire da quando, ma sicuramente sin da tempi molto
antichi.
I tatuaggi dal mondo antico hanno avuto un enorme fase di stacco (salvo culture principalmente dell'oceano pacifico) per poi ritornare gradualmente in auge dagli anni '60 circa.
Ad oggi esistono tantissimi stili, mode, correnti di pensiero, ecc.. Ci sono tatuatori famosi sia in Italia che nel mondo, che hanno mesi e mesi di attesa per potersi fare un tatuaggio. Oggi siamo in un momento storico in cui il tatuaggio è molto di moda, mentre prima faceva parte più di gruppi o nicchie.
Nel Cristianesimo
I cristiani nell'antica Roma si tatuavano sulla pelle i simboli della religione, in particolare il pesce, quel simbolo segreto con cui i cristiani potevano riconoscersi durante le persecuzioni.
Interpretando un passo della Bibbia (che approfondiremo meglio dopo), Costantino, a seguito della sua conversione al Cristianesimo, mise un divieto sui tatuaggi. Secondo gli storici questo diveto non riguardava tuttavia i tatuaggi sul corpo, ma solamente i tatuaggi sul volto.
Fra i cristiani la pratica del tatuaggio è diffusa fra i copti monofisiti. Col tatuaggio i copti rimarcano la propria identità cristiana, tatuandosi soggetti come: la croce copta, la natività e in particolare il Santo Mar Corios, martirizzato sotto Diocleziano.
Nel cristianesimo troviamo anche i “monaci marchiatori”. Dei monaci che si specializzavano nel tatuare gli altri fedeli, con simboli sacri.
La tradizione vuole che durante le crociate, i soldati si tatuassero i simboli religiosi cristiani per farsi riconoscere dagli “infedeli” e per garantirsi la sepoltura ecclesiastica, all’epoca negata a chi soccombeva in battaglia e non presentava simboli della propria religione. Il tatuaggio era quindi un marchio di riconoscimento che rappresentava la cristianità.
Per l’esecuzione utilizzavano un bastoncino con sopra tre punte d’acciaio e il colore lo ricavavano dal succo delle ciliegie mischiato con la cenere.
Questa tradizione ha attraversato i secoli giungendo alla sua massima diffusione nelle Marche, e più precisamente al Santuario della Santa Casa di Loreto.
Qui i pellegrini provenienti da tutto il mondo, dopo il lungo percorso di fede e si facevano imprimere sulla pelle il ricordo di tanto ardore devozionale. In prossimità del Santuario infatti si trovavano numerosi “marcatori”, provenienti da una lunga tradizione familiare di famiglie del posto.
Cosa dice la Bibbia sui tatuaggi, e come si può intepretare la cosa?
Come sempre troviamo diverse correnti di pensiero sui tatuaggi. Ad esempio per gli evangelici (così come per gli ebrei) i tatuaggi non sono consentiti. Questo deriva da un'interpretazione alla lettera della Bibbia. Anche i Testimoni di Geova, che hanno un'interpretazione spesso personale della Bibbia, sono contrari a tatuarsi.
Non esiste in realtà alcuna prescrizione biblica o ufficiale che vieti ai cattolici di farsi tatuaggi.
Alcuni avevano diffuso delle notizie storiche false, legate ad un divieto di papa Adriano I, mai dimostrato e confermato.
Una delle citazioni più comuni contro l’uso dei tatuaggi tra i cristiani è un versetto del Levitico che proibisce agli ebrei di “tagliare i corpi per i morti o mettere segni di tatuaggi su di voi”. (Lev. 19:28). Tuttavia, la Chiesa cattolica ha sempre distinto tra Legge morale e Legge mosaica nell’Antico Testamento. La Legge morale – per esempio, i Dieci Comandamenti – rimane vincolante per i cristiani oggi, mentre la Legge mosaica, che si occupa in gran parte dei rituali ebraici, è stata sciolta dalla nuova alleanza alla crocifissione di Cristo.
Il teologo Don Gianni Cioli, in relazione al passo del levitico, si esprime in questo modo:
“In realtà il passo biblico, più che additare il tatuaggio in se stesso, pare condannare la sua correlazione ad un determinato culto dei morti giudicato non compatibile con la fede nell’unico Dio d’Israele.”
E prosegue
“Quindi, se non si può condannare il tatuaggio di per sé, si deve comunque invitare alla cautela. La valutazione morale cambia a seconda del modo in cui il tatuaggio viene praticato, a seconda della parte del corpo in cui viene praticato, a seconda di quello che il tatuaggio può rappresentare e, infine e soprattutto, delle ragioni per cui si decide di praticarlo.”
Quindi farsi un tatuaggio, secondo la Bibbia, è proibito se tale tatuaggio rappresenta la consacrazione del tuo corpo verso qualcosa che non è Dio, o verso il culto della morte, allora non farlo, ma il divieto è verso la ritualità dei tatuaggi, non di certo verso i tatuaggi intesi solo come decoro.
Padre Amorth parla dei tatuaggi? Vediamo le bufale di Simone Iuliano
Si trovano su internet diverse pagine con posizioni alquanto fondamentaliste (e fra l'altro che forniscono molte informazioni fuorvianti, errate e non vere sui tatuaggi, dimostrando anche ignoranza in materia) dove sembra che tatuarsi sia un avvicinamento al demonio. Nulla di più falso, anzi, attribuire dei poteri magici all'introduzione di una sostanza sotto pelle, equivale ad allontanarsi da Dio, perchè chi crede in queste cose (cioè il dare un potere rituale ad una sostanza) equivale ad essere ben più vicini allo sciamanesimo o all'alchimia, che alla fede cristiana.
Qualsiasi tipo di decorazione, non può avere nessun tipo di potere, né benefico né malefico, a meno che non sia accompagnato da un rito o da qualcos'altro.
Non pochi sostengono che sia stato lo stesso Padre Amorth, che è stato un famosissimo esorcista, a definire i tatuaggi un tramite col male. L'unico testo che si trova cercando, riguarda un estratto dal “Manuale di Demonologia”, un libro di un certo Simone Iuliano che di Don Gabriele Amorth, ha solamente una prefazione.
E su di lui non si trova molto
materiale: è un autore molto giovane, classe '89. Non è un teologo
o uno studioso, ma solamente un ragazzo appassionato di religione.
Nessuno mette in dubbio la sua buona fede, ma purtroppo ci sono molte
lacune sul tema dei tatuaggi, che lo portano a scrivere in modo
confusionario, con molte informazioni errate, o anche inventato
totalmente di fantasia cose su questo argomento. E' questo autore che ha messo in giro delle bufale, attribuendole per rafforzarle ad Amorth.
Analizziamo e
correggiamo quelle più assurde e palesemente errate.
Prima di tutto molte persone attribuiscono tale testo a Padre Amorth.
Il testo è, come detto poc'anzi, interamente di Simone Iuliano. Solamente la prefazione è di Padre Amorth e di Padre Mario Granato. Quindi non sono affermazioni di Amorth, che ha solo fatto la prefazione del libro, dove Iuliano parla di tatuaggi, in maniera molto personale.
Iuliano nel testo dice:
“Il tatuaggio è una consacrazione indiretta (ma pur sempre consacrazione) a cui ci si sottopone in maniera permanente almeno sul corpo.”
In realtà non esiste il concetto di “consacrazione indiretta”. E' un termine coniato dall'autore. Nella religione cristiana la consacrazione è un qualcosa di diretto:
il termine “consacrazione” si riferisce all’atto di dedicarsi a uno scopo o a un obiettivo specifico. “Consacrare” se stessi significa dedicare la propria vita a qualcosa della massima importanza.
Uno dei primi riferimenti biblici
all’atto della consacrazione può essere trovato in Giosuè 3:5.
Dopo aver vagato nel deserto per 40 anni, il popolo di Israele
riceve l'ordine di consacrarsi prima di entrare nella Terra Promessa.
Quando obbediscono al suo comando, Dio promette di fare grandi cose
per loro e di adempire alle promesse fatte.
Non esiste in nessun testo religioso o teologo la possibilità di consacrarsi “indirettamente”, e di fare ciò verso il male.
“Chi fa tatuaggi sa benissimo che quella del tatuaggio è una prassi antica a sfondo satanico. Ogni tribale contiene il 666, così i draghi, le spade con i serpenti, i leoni e via discorrendo.”
Quindi secondo l'autore, ci sarebbero
centinaia di migliaia di persone che operano per il demonio? Anche
qui stiamo finendo nella pura fantasia. Sicuramente esisteranno
tatuatori satanici, ma saranno molto rari, e legati alle sette.
“Ogni tribale contiene il 666?” Ma di quali tribali parla?
Esistono centinaia di migliaia di tipi
di tribali, da quelli antichi, legati a culti che non hanno nulla a
che vedere con il diavolo, a quelli moderni. Per inserire
esplicitamente tale numero, andrebbe fatta una richiesta dalla
persona che va a farsi tatuare portando un disegno modificato
rispetto ai tribali che esistono. Siamo ancora di fronte ad una
totale invenzione di fantasia che non ha riscontri concreti.
Sugli
altri temi, ognuno può tatuarsi ciò che vuole, cosa c'entra ciò?
(Ma i leoni poi?) Anche su un foglio di carta possiamo scrivere belle
cose o cose brutte e cattive. Ma questo non fa del foglio e della
penna degli strumenti del male!
E' evidente che l'autore non ha nessun tipo di conoscenza sui tatuaggi, e ha voluto scrivere un testo, senza avere nemmeno le basi per farlo. E attacca il mondo dei tatuaggi per convinzioni e motivi totalmente personali, ben lontani dalla realtà.
“Nella rivista “Tattoo Gallery” (nella sezione Sacro e Profano) c’è scritto che la tecnica con cui si fanno i tatuaggi, fu ideata dai primitivi, i quali nel sangue che fuoriusciva, o nell’ arrossamento della pelle, vedevano il portale creato ai demoni per entrare e uscire dal corpo.”
L'autore ora si appoggia ad una rivista che scrive e inventa le cose con altrettanta fantasia le cose. In realtà i tatuaggi, come abbiamo spiegato nella storia, non si sa esattamente quando siano nati, ma si pensa nell'antico egitto. Lo scopo era principalmente terapeutico/ornamentale.
Infatti, la testimonianza più antica giunge dal confine italo-austriaco dove nel 1991, sulle alpi Otzalet, viene rinvenuto il corpo congelato e ottimamente conservato di un uomo che gli scienziati ritengono sia vissuto circa 5300 anni fa.
Otzi, così è stato soprannominato, presenta in varie parti del corpo dei veri e propri tatuaggi, ottenuti sfregando carbone polverizzato su incisioni verticali della cute.
I raggi x hanno rivelato degenerazioni ossee in corrispondenza di questi tagli, si pensa quindi che, all'epoca, gli abitanti della zona praticassero questa forma di tatuaggio a scopo terapeutico, per lenire i dolori.
Invito infine alla visione di questo video (in inglese, coi sottotitoli in italiano) dove la questione è ampiamente spiegata
https://www.youtube.com/watch?v=4C10MEos-v0
e non solo, in questo video oltre all'aspetto religioso, si parla anche di un'etica, di una logica, del buon senso e di tutto quanto che può esserci dietro ad un tatuaggio. Padre Mike parla di questo tema con una mentalità aperta, ma al tempo stesso con tanta responsabilità e intelligenza.
Personalmente credo che la cosa più importante, se si decide di tatuarsi, sia non di tatuarsi perchè va di moda, ma solo se ci si sente di volersi decorare permanentemente il corpo, con qualcosa di importante, di significato, che rimarrà lì per sempre. Ma questo chiaramente è un consiglio che va oltre il tema centrale dell'articolo. Tatuarsi non ha risvolti negativi, a meno che non siamo noi ad attribuirli, come potremmo fare con qualsiasi altra cosa materiale.